La cabina di regia
Il Pnrr agita il governo: Fitto convoca un vertice d'urgenza. Modificati dieci obiettivi su 27
Sono state condivise con la Commissione europea le modifiche che oggi hanno ottenuto il via libera della Cabina di regia sul Pnrr. Schlein: "Meloni venga in Aula"
A Palazzo Chigi riunione con i ministri, sottosegretari e rappresentanti di regioni e comuni. All'ordine del giorno "le modifiche della quarta rata". Ma pesano anche i ritardi sul pagamento della terza tranche, circa 19 miliardi. Gentiloni: "La Commissione non procederà mai all'esborso se non saranno raggiunti gli obiettivi"
La convocazione, d'urgenza, mentre la premier Giorgia Meloni era diretta a Vilnius per il summit Nato, è arrivata ieri sera da parte di Raffaele Fitto, il ministo a cui è stata affidata la delega al Pnrr: cabina di regia alle 13.30, per discutere "le modifiche della quarta rata". E oggi, al termine della riunione a Palazzo Chigi, le agenzie battono la notizia che sono state condivise con la Commissione europea 10 modifiche su 27 obiettivi che oggi hanno ottenuto il via libera della cabina di regia. Da adesso può partire il processo formale di revisione della quarta rata che, dice Fitto "verrà chiesta dal governo nei prossimi giorni". In estrema sintesi: i 16 miliardi "di giugno" non arriveranno prima del 2024.
Le modifiche al piano "definite con l'Ue"
Questa mattina a Chigi c'erano i ministri e i sottosegretari con delega, oltre ai rappresentanti dei territori, Massimiliano Fedriga a capo della conferenza delle regioni e Antonio Decaro, presidente Anci, in rappresentanza dei sindaci. Una folta presenza che segnala la delicatezza del passaggio. Alle ore 15, subito dopo il vertice, Fitto si presenta in conferenza stampa per spiegare ai cronisti e quindi ai cittadini le novità. Ma è chiaro che sul Piano nazionale ripresa e resilienza il governo arranca. La terza rata non arriva ancora e anche sulla quarta rata i ritardi sono noti. Nel primo caso si tratta di 19 miliardi, nel secondo di altri 16.
Con le modifiche al Pnrr approvate oggi, dice Fitto, "puntiamo ad ottenere un risultato importante perché ci consentono di tenere fede al percorso stabilito. La quarta rata cosi può essere oggetto di una richiesta di pagamento che inoltreremo nei prossimi giorni". La quarta rata prevedeva "27 obiettivi da raggiungere: il 27 aprile abbiamo mandato una proposta di modifica alla Commissione europea di questi obiettivi e le modifiche riguardano dieci interventi e diversi sono i ministeri coinvolti", ha puntualizzato il ministro. Inoltre, dice, la modifica degli obiettivi "porterà alla richiesta dell'intera quarta rata, non immaginando un definanziamento".
Sulla terza rata, invece "siamo in fase di verifica di alcuni aspetti di dettaglio, sul piano dell'interpretazione", spiega Fitto. "Questo lavoro di dettaglio mette al sicuro da interpretazioni sia la Commissione sia il governo. Definiremo questi aspetti nei prossimi giorni".
Il 18 sarò in Parlamento per la relazione semestrale
"Sono mesi che chiediamo che il ministro Fitto venga a riferire con precisione sulla rimodulazione del Pnrr e il governo non risponde o minimizza. Oggi apprendiamo che la situazione è estremamente critica: non ci sono ancora i 19 miliardi della terza rata e sono lontanissimi i 16 della quarta, per i quali devono essere definiti ancora 17 dei 27 obiettivi collegati", chiede Valentina Ghio, vice capogruppo alla Camera del Partito democratico. "Andrò a riferire in Parlamento nei prossimi giorni, il 18, per la relazione semestrale" sul Pnrr, risponde Fitto in conferenza stampa. "Penso di essere andato in Parlamento un numero di volte non paragonabile rispetto a quanto accaduto nei due anni precedenti".
Ritardi? Quali ritardi?
Le garanzie per i tempi per ricevere la quarta rata, invece, "non può darle nessuno. Noi abbiamo impostato un lavoro preliminare definendo quali obiettivi andavano corretti per raggiungere il risultato ed evitare di avere una fase di verifica molto lunga", ha aggiunto Fitto. Che sul "tema dei ritardi sul Pnrr" si difende, dicendo che è "opinabile perché non ancorato a dati oggettivi". Cioè, non ci sarebbe nessun ritardo: è solo una campagna dell'opposizione e una paranoia dei giornali. Tanto che al nostro Valerio Valentini, che gli chiede lumi sul tema dei ritardi sulle scadenze semestrali, solitamente rispettate, il ministro risponde che il 30 giugno non è "un termine obbligatorio per il raggiungimento degli obiettivi. È un termine puramente indicativo. Siamo nelle regole previste, ci stiamo muovendo d'intesa con la Commissione europea".
"Ho letto le dichiarazioni di Gentiloni", aggiunge Fitto: "Non ha mai parlato di ritardi dell'Italia" sul Pnrr, il commissario europeo ha fatto notare piuttosto che la Spagna 'corre' nella messa a terra del Piano, "ma la Spagna ha chiesto anche molte meno risorse dell'Italia". E anche sulla proposta della Commissione Ue di erogare una tranche parziale della terza rata del Pnrr, riportata per la prima volta dal Foglio, il ministro dice "A me non risulta assolutamente".
Le rassicurazioni di Gentiloni
"Relativamente alla terza rata del Pnrr italiano siate certi che la Commissione non procederà mai all’esborso se non saranno raggiunti gli obiettivi e se non ci saranno dei risultati", ha detto ieri sera il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, nel corso di una audizione al Parlamento europeo. "Anche per questo la valutazione richiede tanto tempo. La terza richiesta era stata presentata a fine 2022 e i tempi sono più lunghi, sei mesi rispetto ai 2 ordinari. Stiamo facendo una valutazione approfondita. E le autorità italiane stanno lavorando e penso che l'esercizio si concluderà a breve", ha aggiunto l'ex premier. Un monito, ma anche una sorta di rassicurazione. Che di certo non è bastata alle opposizioni. Entro il 31 agosto inoltre bisognerà presentare le richieste all'Europa per la revisione generale del Piano, una scadenza a cui governo deve arrivare preparato.
Schlein: "Meloni riferisca in Parlamento"
"Meloni si assuma le sue responsabilità e venga a spiegarci in Parlamento", ha attaccato Elly Schlein questa mattina. “Ci sono 19 miliardi di euro che l’Italia avrebbe potuto incassare già da febbraio con la terza rata del Pnnr: siamo a luglio e non ne abbiamo traccia. Ci sono altri 16 miliardi di euro, la quarta rata, per i quali dovevamo presentare la domanda a fine giugno: siamo all’11 luglio e tutto tace. Tace soprattutto la presidente del Consiglio, in silenzio da giorni per i guai giudiziari dei suoi ministri e sottosegretari mentre l’Italia rischia di perdere le risorse che faticosamente ha ottenuto dall’Unione europea", ha aggiunto la segretaria del Pd, le cui parole ricalcano sostanzialmente le critiche che arrivano a Palazzo Chigi anche dai Verdi di Angelo Bonelli e da Riccardo Magi: "Ma Meloni non era pronta?", si chiede retoricamente il segretario di +Europa. Poco dopo anche Italia viva e Azione si sono unite al coro delle critiche, per bocca della capogruppo in Senato Raffaella Paita: "Il governo venga in Parlamento a fare chiarezza sui pagamenti di terza e quarta rata. Basta con la melina, il ministro Fitto aveva promesso trasparenza".
Giorgetti: "Meglio se la terza rata fosse entrata prima"
D'altra parte, a certificare che non tutto sia filato proprio liscio sono arrivate, sempre in mattinata, le parole del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti: "Per quanto riguarda l’andamento del fabbisogno di cassa dello stato, se la terza rata (del Pnrr, ndr) fosse entrata prima sarebbe stato molto meglio", ammette il leghista, "ma stiamo gestendo la situazione, confidando che questa benedetta rata venga somministrata”.