l'inchiesta
Il cellulare di Leonardo La Russa potrebbe diventare un caso in Senato. Lo staff del presidente: "Passato il segno"
I pm milanesi starebbero valutando una richiesta alla giunta per le autorizzazioni di Palazzo Madama per sequestrare il telefono, visto che la sim sarebbe intestata al padre Ignazio. Che intanto ha deciso di dare retta a Meloni: "Si asterrà dai commenti", fanno sapere dal suo entourage
La Procura di Milano sarebbe intenzionata a chiedere al Senato l'autorizzazione per sequestrare il telefono di Leonardo Apache La Russa, figlio di Ignazio, presidente di Palazzo Madama. Secondo quanto hanno riportato i giornali, infatti, la scheda della sim del 19enne, denunciato per violenza sessuale da una ragazza di 22 anni, sarebbe intestato al padre: questo impedirebbe alla Procura di sequestrare il telefono senza un'autorizzazione del Parlamento, visto che deputati e senatori godono di una particolare forma di garanzia. "Sono sereno. Della vicenda del telefono se ne occupa l'avvocato Bazzoni. Chiedete a lui", ha detto quest'oggi lo stesso Ignazio La Russa, intercettato dai cronisti nei pressi di un bar a pochi passi dal suo studio legale, a Milano. Proprio l'avvocato della famiglia La Russa, Adriano Bazzoni, ha fatto sapere che della vicenda del telefono si occuperà nei prossimi giorni, visto che l'argomento non era emerso nei colloqui difensivi avuti finora.
Fatto sta che quest'oggi sempre lo staff di La Russa ha diffuso una nota per rispondere alla copertura che i media stanno avendo del caso. “Basta speculazione politica", è il messaggio dello staff, secondo cui "da un punto di vista mediatico, risulta ormai passato il segno". Ora che c'è un avvocato, il presidente del Senato "si asterrà da qualsiasi commento diretto o indiretto sulla vicenda, avendo piena fiducia nell'operato dei Magistrati della Procura di Milano", aggiunge poi la nota. Una presa di posizione che sembra essere stata ispirata anche dalle parole di due giorni fa della premier Giorgia Meloni. Quando in visita in Lituania per partecipare al vertice Nato disse: "Io non sarei intervenuta in quel modo", riferendosi alle dichiarazioni a caldo di La Russa, in cui metteva in seri dubbi la credibilità della ragazza accusatrice, che "ha sporto denuncia solo dopo 40 giorni".