editoriali

Su Patrick Zaki la diplomazia batte un colpo. Ben fatto

Redazione

Il successo di Meloni sul caso del ragazzo detenuto in Egitto è anche un clamoroso trollaggio alla sinistra. Agire per vie diplomatiche senza strepiti e proclami paga

La condanna, inappellabile, di Patrick Zaki, è stata cancellata dalla grazia presidenziale. Quando Giorgia Meloni aveva detto di nutrire ancora fiducia in una soluzione positiva si era incontrata con un muro di diffidenza da sinistra. Elly Schlein aveva sarcasticamente chiesto al governo di “battere un colpo” e al ministro degli Esteri Antonio Tajani di “riferire alle Camere”, come si fa per sottolineare un insuccesso della maggioranza. Invece la trama diplomatica che era stata intrecciata senza clamori ha contribuito, probabilmente in modo decisivo, a consentire la liberazione dello studente, ora laureato, dell’università di Bologna.

La diffidenza della sinistra per l’atteggiamento di Meloni sul caso Zaki non è di oggi. Fratelli d’Italia non ha concordato a suo tempo con l’impostazione basata soprattutto sulla denuncia e questo aveva consentito alla sinistra e ai radicali di mettere in dubbio il suo impegno (FdI non votò a favore della cittadinanza a Zaki nel 2021). Invece i fatti hanno dimostrato che la via più efficace era quella di una trattativa condotta senza strepiti e con grande riservatezza, che consentisse al regime egiziano di presentarsi come autore di un atto di clemenza che non contraddice la persecuzione giudiziaria che è stata imposta, del tutto infondatamente, a Zaki. Bisognava cercare una soluzione accettabile per il governo egiziano che è quello che ha il potere di decidere, il che implica seguire un percorso complesso, tortuoso e persino impopolare, come è stato fatto. Naturalmente sono del tutto legittime le espressioni di protesta e le denunce del carattere inaudito della persecuzione di Zaki da parte di organizzazioni, partiti, movimenti. Chi ha il compito di cercare una via diplomatica per arrivare alla soluzione, invece, deve saper agire su un altro piano. Quelli che a sinistra hanno confuso la cautela necessaria col disimpegno, compresi i gruppi editoriali che spesso si muovono come cassa di risonanza del Pd e del M5s, ora dovrebbero ricredersi e riconoscere il valore della tattica adottata dal governo, ma naturalmente non lo faranno. Meloni trolla la sinistra: la serie.

 

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