il caso
La maggioranza torna a parlare di presidenzialismo e autonomia, ma è tutto rimandato a settembre
Polemica con le opposizioni a Palazzo Madama per un ordine del giorno che lega l'approvazione del disegno di legge di Calderoli all'elezione diretta del capo dello stato. Il Pd: "Baratto evidente. Lega e Fratelli d’Italia divisi". Poi la maggioranza modifica il testo
Una mossa inaspettata sull'Autonomia, che accende lo scontro e le polemiche tra maggioranza e opposizione: "Baratto; voto di scambio", è l'accusa. A Palazzo Madama, i partiti di governo hanno presentato un odg inatteso alla mozione sull'Autonomia presentata da Alleanza verdi e sinistra, inusuale per modi e tempi secondo i partiti del centrosinistra, che "impegna il Senato ad approvare il disegno di legge Calderoli sull'Autonomia differenziata in tempi rapidi". FdI, Lega e Forza Italia chiedono di accelerare sul provvedimento tanto caro al Carroccio, "tenendo conto delle indicazioni e delle proposte di modifica condivise nel corso dell’esame in commissione, nell’ambito delle riforme costituzionali, previste nell’accordo di programma di Governo votato dagli italiani, incluso quella volta a realizzare la massima forma di democrazia attraverso l’espressione diretta della volontà popolare". Ovvero il presidenzialismo. Dopo le polemiche, l'odg è stato modificato e la parte relativa "all'espressione diretta della volontà popolare" eliminata. Troppo tardi però per evitare polemiche.
"Oggi abbiamo avuto la conferma delle divisioni, evidenti, che ci sono nella maggioranza. Ignorando gli accordi che erano stati presi in conferenza dei capigruppo al Senato, la destra, su insistenza della Lega, ha presentato un odg alla mozione sull'autonomia differenziata presentata dalle opposizioni che sancisce e impone un baratto evidente", attacca il senatore Alessandro Alfieri, responsabile Pd per le Riforme e il Pnrr. Si riferisce al fatto che i partiti di maggioranza avrebbero violato un accordo sull'ordine dei lavori di oggi, con numerose mozioni in ballo, tra cui anche quella sul salario minimo. Ma quella sul progetto leghista, con queste modalità per di più, non era prevista. "È evidente che questa maggioranza è costretta a mettere per iscritto accordi che farebbero fatica a essere rispettati. Più voto di scambio di così", dice ancora Alfieri a cui si aggiungono le parole, dure, del capogruppo dem a Palazzo Madama, Francesco Boccia: "C'è stato un evidente cambio di schema, le divisioni nella maggioranza hanno portato alla scorciatoia, l’odg mette in evidenza le divisioni di Lega e Fratelli d’Italia".
Sulla stessa linea anche il M5s: "Oggi la maggioranza ha certificato nero su bianco il baratto tra il vecchio progetto Spacca-Italia della Lega Nord e le velleità presidenzialiste di Fratelli d’Italia", attacca Alessandra Maiorino. Mentre Enrico Borghi, di Italia viva, sottolinea come il "modo irrituale" con cui è stata presentato il provvedimento "dimostra come la maggioranza appare precaria: "Vorrei ricordare agli esponenti della destra, facendo una battuta, che il 25 luglio non è un giorno giusto per presentare un ordine del giorno".
Alla fine l'ordine del giorno è stato approvato con 88 sì e 59 no.
L'editoriale dell'elefantino