gli appunti di giorgia
Meloni difende la tassa sugli extraprofitti delle banche: "Margini ingiusti, ora risorse per famiglie e imprese"
La premier torna a parlare in video sulla sua pagina Facebook: "Il salario minimo può essere controproducente, spero in proposta condivisa con le opposizioni. Sul reddito di cittadinanza non si torna indietro"
La tassa sugli extra profitti delle banche è una "tassazione sui margini ingiusti". Giorgia Meloni ci mette la faccia, dopo aver disertato la conferenza stampa di lunedì, e difende il provvedimento approvato in Consiglio dei ministri. Torna a parlare direttamente in video, senza mediazione, rispolverando il format "Gli appunti di Giorgia" sulla sua pagina Facebook: "È passato un po' di tempo ma è arrivato il momento di fare il punto sul lavoro del governo", ha detto la premier prima di passare in rassegna una serie di temi: dalle misure contenute nel decreto Omnibus al salario minimo che sarà oggetto di un incontro con le opposizioni venerdì, dalla riforma del reddito di cittadinanza allo stato di attuazione del Pnrr.
"Abbiamo deciso di introdurre una tassazione del 40 per cento sulla differenza ingiusta del margine di interesse, cioè sulla differenza tra gli interessi passivi e quelli attivi, cioè su quanto le banche ti applicano per prestarti i soldi e quanto ti riconoscono quando depositi i soldi - ha spiegato Meloni - Una tassazione su quegli utili extra che hanno registrato gli istituti bancari anche grazie ai cittadini e alle imprese che è secondo noi una tassa non su un margine legittimo ma ingiusto".
Nel quadro generale di aumento dell'inflazione e dei tassi di interesse, ha proseguito, "è fondamentale che il sistema bancario si comporti in modo il più possibile corretto: c’è stato un aumento dei tassi passivi al pari del quale dovrebbero aumentare i tassi attivi riconosciuti dalle banche a chi deposita in banca. Questo non è sempre accaduto e noi stiamo per questo registrando utili record da parte di molti istituti bancari. Allora abbiamo deciso di intervenire con l’unico strumento a disposizione del governo: la tassazione". Le risorse, ha detto la premier, serviranno a finanziare i provvedimenti per le famiglie maggiormente in difficoltà nel pagamento dei mutui.
Sul reddito di cittadinanza "il governo non intende tornare sui suoi passi"
La premier è poi intervenuta sulle polemiche che si sono sollevate dopo la riforma del reddito di cittadinanza. "Ho sentito molte polemiche e moltissime falsità", ha detto, ricordando che la misura resta attiva per i disabili, gli over 60 e chi ha figli minori a carico e che era inserita nella legge di Bilancio: "Non è stato un fulmine a ciel sereno". Poi ha sottolineato che "il governo non intende tornare sui suoi passi in tema di reddito di cittadinanza, perché il nostro grande obiettivo rimane passare dal reddito di cittadinanza al reddito di occupazione".
"Il salario minimo può essere controproducente"
"Apriremo il confronto con le opposizioni e capiremo se c'è il margine per presentare insieme una proposta seria contro i salari bassi che possa fornire i parametri salariali per i lavoratori non coperti dalla contrattazione collettiva, che possa aumentare i controlli per contrastare il lavoro irregolare, i falsi contratti part time e altri reati del genere, e speriamo che su questo si possa arrivare a una risposta seria condivisa e che migliori complessivamente le condizioni dei lavoratori italiani e non migliori quelle di alcuni, peggiorando quelle di altri", ha detto Meloni, che venerdì incontrerà le opposizioni. La premier ha spiegato di non condividere la proposta depositata da Pd, Sinistra Italiana e Verdi, M5s e Azione: "Se io stabilissi per legge una cifra minima oraria di retribuzione per tutti, inevitabilmente si collocherebbe nel mezzo. Il paradosso è che il salario minimo potrebbe rischiare di diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo, con il risultato di peggiorare il salario di molti più lavoratori di quelli ai quali lo migliorerebbe. Titolo accattivante ma risultato che rischia di essere controproducente".