Editoriali
Sul salario minimo il Pd cede a Rousseau
La piattaforma per la raccolta firme per la nuova proposta di legge, allestita dal M5s, è farlocca. Ma va?
In fondo è logico che sia finita così: con una trovata che sta a metà tra la sciatteria e la truffa sul web. Il Pd, dopo avere a lungo rincorso il M5s, ha scelto di fare propria la proposta sul salario minimo a prima firma di Giuseppe Conte. Sacrosanto, dunque, che abbia deciso di valorizzarla, quella proposta, su una piattaforma digitale farlocca. Se si smania per essere “a cinque stelle”, bisogna essere coerenti. Per cui inutile scandalizzarsi se a sottoscrivere la petizione risulta essere stato anche “Don Matteo”, o “Pluto”, e “Ape Maia” e “Osama Bin Laden”, inutile indignarsi per gli accessi multipli non segnalati, inutile cercare ora il responsabile: che sia davvero ascrivibile a Vito Crimi pure questo successo, dopo i molti indubitabili già conseguiti da reggente a oltranza del Movimento, è perfino trascurabile. E anzi, Crimi va assolto. Sia pure contro eventuali evidenze di colpa. Perché se il Pd accetta di affidare l’allestimento della petizione online al responsabile delle attività digitali del M5s, la colpa è sua, del Pd.
Perché cosa sia la democrazia diretta, quindici anni di Rousseau, dovrebbero averlo insegnato ai dirigenti del Nazareno, vecchi e nuovi: hackeraggi ripetuti, dati sensibili di utenti e iscritti messi in giro senza controllo, procedure di voto che venivano convocate senza preavviso, e poi rinviate, o magari posticipate rispetto all’orario previsto “per un malfunzionamento dovuto all’alta partecipazione” (successe nel febbraio 2019, quando si doveva decidere su Salvini e la Diciotti), crash continui (come per le primarie del 2017 che promossero Di Maio), votanti tracciati o impediti di esprimere la loro preferenza (parlamentarie del 2018), e ricorsi infiniti e fantozziani. Con questo solido pregresso, vuoi che se deleghi ai responsabili del settore del M5s il compito di organizzare la raccolta di firme per il salario minimo non vada tutto per il meglio? E infatti così è stato. Un successone. Oltre 100 mila firme, e poi 200 mila, e ancora dritti, fino al milione e oltre. Se c’è pure Homer Simpson, che problema c’è? Tanto uno vale uno.