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Le dichiarazioni

Crosetto: "Il Patto di stabilità è una spada di Damocle sui conti dell'Italia"

Redazione

Congelare le regole per un altro anno o accelerare sulla riforma? "Serve un mix di soluzioni", dice il ministro. Che aggiunge: "Il tema non è il valore del deficit da rispettare, ma il futuro dell’Europa"

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervistato oggi da Repubblica, si fa portavoce della posizione del governo italiano rispetto alle regole fiscali europee che verranno discusse al prossimo Ecofin il 15 e il 16 settembre. Quali sono quindi le richieste che l'Italia sottoporrà all'Europa? Crosetto ha fiducia nel ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e dice: "Non penso che, quando va a Bruxelles, il mio collega Giorgetti si metta a discutere dell’asticella del deficit, piuttosto di una prospettiva più ampia. La spada di Damocle, per il 2024, è il ritorno alle regole originarie del Patto di stabilità. In una fase di crisi economica e industriale ritengo impossibile portare i bilanci degli Stati al rispetto dei parametri ordinari. Bisogna cambiare la natura della discussione: il mondo è cambiato". Spiega quindi come andrebbe trattato l'argomento: "Il tema non è il valore del deficit da rispettare, ma il futuro dell’Europa. Sono in corso enormi cambiamenti: la transizione ecologica, la carenza di materie prime e l’avanzamento dei Brics impongono la ridefinizione dei parametri del Patto di stabilità dal puro ragionamento tecnico. Serve una visione di politica macroeconomica che guardi almeno ai prossimi 10-15 anni". E specifica: "Insisto. Non si possono affrontare questi temi come si affrontavano due o tre anni fa".

Tra la via del congelamento del vecchio Patto di stabilità e l'opzione di accelerare sulle nuove regole fiscali, secondo il ministro della Difesa è necessario un "mix di soluzioni": "Se vogliamo attrarre investimenti in alcuni settori fondamentali per il futuro dell'Europa, come la transizione industriale e digitale o altre spese, allora dobbiamo escludere questi investimenti dal Patto di stabilità. Serve un approccio da statisti, non da miopi", dice il ministro.

Il tema interessa anche la Francia, con la quale vi è un diverso approccio nella politica estera, ma nonostante questa differenza il ministro afferma: "Se riusciamo a mettere insieme più paesi, possiamo definire una linea più forte e sperare che diventi quella di tutta l’Europa. Ma per arrivare a 27 Paesi bisogna iniziare da uno, poi arrivare a due, tre e così via"

Rispetto alla spaccatura nella maggioranza anche sulla privatizzazione dei porti proposta dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e alla quale si è opposto invece il ministro Salvini, Crosetto dice: "La regia è del presidente del Consiglio di concerto con il ministro all’Economia. Le proposte le fanno tutti i ministri, poi serve una sintesi che si trova in Cdm dove il premier è il primus inter pares. Il punto è concentrarsi non solo sulle risorse da trovare: l’azione di governo deve guardare alla costruzione di un humus economico per spingere gli investimenti e far crescere il Pil". E spiega: "C’è un grande lavoro da fare su burocrazia, leggi, infrastrutture, fiscalità di vantaggio. Non dobbiamo puntare solo sulla spesa pubblica, ma aumentare la ricchezza privata. Le manovre non sono un’operazione di cassa".

La manovra potrebbe non risultare identificabile nell'ideale di governo data la rinuncia su temi principali come quota 41 e flat tax ma il ministro della Difesa è risoluto: "In una fase di crisi economica e sociale, come quella che questo governo si trova a gestire, il primo dovere è mettere in sicurezza la parte del paese che rischia di morire. Se non ho soldi per tutti e ho una famiglia con cinque figli scelgo di aiutare il più debole".

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