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Editoriali

Scholz conferma l'aumento delle spese militari. E Schlein?

Redazione

Per la sinistra tedesca l'aumento gli investimenti per la difesa non è in discussione. La segretaria dem invece si aggrappa a presunte dichiarazioni per puntare all'elettorato "pacifista" 

Per la Germania l’invasione russa dell’Ucraina ha rimesso in discussione un modello costruito in trent’anni di riunificazione. Berlino ha preso atto della necessità di tornare a investire nelle Forze armate. “L’aggressione russa all’Ucraina segna una svolta epocale” – una Zeitenwende – aveva detto il cancelliere Olaf Scholz in un discorso del 27 febbraio 2022, annunciando un fondo speciale da 100 miliardi di euro per raggiungere il target Nato del 2 per cento del pil di spese militari. Una promessa confermata oggi nella discussione al Bundestag sulla legge di Bilancio. Il leader dell’opposizione Friedrich Merz ha accusato Scholz di non aver reso giustizia alla promessa, lamentando che il fondo speciale sarà esaurito “entro il 2027” lasciando un gap di “almeno 30 miliardi”, che significherebbe non mantenere il target Nato. Scholz ha respinto con forza l’accusa e confermato l’impegno: “Stiamo spendendo i 100 miliardi di euro in modo che la Bundeswehr abbia a disposizione il 2 per cento di fondi Nato a partire dal prossimo anno”, sottolineando che le scelte di oggi servono a raggiungere stabilmente l’obiettivo del 2 per cento anche dal 2028 in poi. Qualche giorno fa la segretaria del Pd Elly Schlein, nel tentativo di accattivarsi le simpatie dell’elettorato “pacifista”, si è detta d’accordo con la scelta di Scholz di “rinviare” l’aumento delle spese militari, commentando una presunta svolta antimilitarista della Germania di cui si è discusso solo in Italia. Ma se Schlein volesse davvero fare come il cancelliere socialdemocratico tedesco dovrebbe chiedere un aumento più intenso delle spese militari per accelerare l’arrivo al target Nato, visto che per l’Italia si prevede di raggiungerlo solo dal 2028. Probabilmente la  Germania farà fatica a raggiungere il 2 per cento già l’anno prossimo, dato che spendere decine di miliardi in più in un anno è complicato, ma per la sinistra tedesca non è assolutamente in discussione la necessità di rafforzare la difesa europea e atlantica. Purtroppo, non si può dire lo stesso dell’Italia.

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