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Il governo prepara la nuova stretta sull'immigrazione. Oggi il Cdm

Nuovi centri di rimpatrio e possibilità di trattenere i migranti fino a 18 mesi. Si studiano misure per donne e bambini. Tajani: "L'unica soluzione è quella diplomatica: accordi con i paesi africani". Oggi il francese Darmanin a Roma

Redazione

All'indomani della visita di Ursula von der Leyen a Lampedusa, il governo si prepara a varare la nuova stretta sull'immigrazione.  "Confermo che nel Consiglio dei ministri porteremo la norma per estendere al massimo consentito alle regole europee il trattenimento ai fini del rimpatrio di chi arriva irregolarmente in Italia", ha detto ieri la premier Giorgia Meloni, in conferenza stampa accanto alla presidente della Commissione europea. Ed è in questa direzione che si muoverà il Cdm previsto per questa mattina a Palazzo Chigi. Il periodo di reclusione all'interno dei cosiddetti Cpr verrà allungato dagli attuali 12 mesi fino a 18, il massimo consentito dall'ordinamento comunitario.

Meloni, parlando con i giornalisti, ha anche raccomandato "al ministero della Difesa di attivarsi immediatamente per realizzare queste strutture che sono necessarie". L'esecutivo ne vorrebbe "uno in ogni regione", secondo quanto già indicato ai tempi del decreto Cutro. Non a caso, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha ricordato pochi giorni fa: "I rimpatri sono un’attività controversa ma sono fondamentali nelle politiche di sicurezza e di gestione coerente. I Cpr sono di fondamentale importanza e abbiamo l'obiettivo di rafforzare questa rete". Bisognerà tuttavia capire come e secondo quali tempistiche potranno essere realizzati. Mentre le oppozioni protestano contro l'approccio securitario annunciato dal governo, e qualcuno si spinge a sollevare dubbi sulla costituzionalità del provvedimento che allungherà i termini del fermo dei migranti. Va ricordato inoltre come le attività di rimpatrio richiedono accordi bilaterali, che spesso non esistono. A inizio agosto, il numero dei migranti rimpatriati nel 2023 era fermo a 2.658, meno della metà di quelli arrivati in Sicilia settimana scorsa.

Nel provvedimento atteso per oggi, stando a quanto annunciato dalla premier, potrebbero esserci inoltre misure dedicate alle donne e bambini (si parlava di hot spot specifici): "Sono sempre stata favorevole a misure dedicate a loro. Ci saranno nel decreto in arrivo", ha detto Meloni. 

Si tratta dunque della prima risposta - interna - alla nuova crisi che ha colpito Lampedusa nei giorni scorsi, quando sull'isola si è registrata la presenza di oltre 7mila migranti, come mai era capitato prima. Molto altro dovrà essere fatto sui tavoli europei. D'altra parte, in viaggio verso l'assemblea Onu a New York, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha voluto mettere in guardia sull'efficacia di misure di corto respiro: "Dico che l’unica soluzione è quella diplomatica. Intendo: dobbiamo fare gli accordi con i Paesi africani. Poi, certo, la missione navale può aver una funzione di deterrenza, puoi fare un’altra operazione Sophia", le sua parole a Repubblica.

Proprio sul fronte diplomatico, dopo aver incassato la solidarietà di Emmanuel Macron, Roma attende oggi l'arrivo del ministro degli Interni francese Gerald Darmanin che incontrerà il suo omologo Matteo Piantedosi. "La Francia aiuterà l’Italia a preservare i suoi confini per impedire alla gente di arrivare", ha detto Darmanin, pur chiarendo che Parigi non è intenzionata ad accogliere i migranti ai quali non sia stato riconosciuto lo status di rifugiati.  “Per chi è arrivato in Italia dobbiamo applicare le regole europee, che abbiamo adottato qualche mese fa”, ha aggiunto. 

 

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