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Von der Leyen nel mirino della Lega: "Sui migranti pontifica ma non fa niente"

Redazione

Dopo le accuse di Salvini sul Brennero, il capogruppo al Senato Romeo rincara la dose: "Se ci fa vedere qualcosa magari le diciamo pure brava". La strategia del Carroccio per logorare la relazione tra la presidente della Commissione Ue e Meloni

Ieri ci aveva pensato lo stesso Matteo Salvini a tirare bordate contro Ursula von der Leyen, nel suo intervento in Parlamento sulle tensioni al Brennero con l'Austria. "La presidente von der Leyen non ha firmato l'avvio della procedura" contro l'Austria per i limiti al transito dei mezzi pesanti al Brennero. "A questo punto confidiamo sulla giustizia della Corte europea. Non si può pontificare a spese dell'Italia, cercando accoglienza e integrazione a Lampedusa, blindando il confine del Brennero. Questo governo porrà fine a questa vergogna", ha detto nel corso di un Question time. Solo tre giorni prima, domenica, la presidente della Commissione europea era sull'isola siciliana a offrire supporto sulla questione migratoria, dando l'immagine di un'Europa che non si gira dall'altra parte, accanto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Una visita, quella di von der Leyen con la premier, che ha alimentato la narrazione di un derby nella destra italiana, visto che in quelle stesse ore Matteo Salvini era a Pontida in compagnia di Marine Le Pen a lanciare l'internazionale del sovranismo che mai e poi mai vorrebbe accordi di larghe coalizioni, con dentro tutte le forze che von der Leyen spera di coinvolgere per la rielezione.

Così questa mattina non stupiscono affatto le dichiarazioni di Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato. "Dalla von der Leyen abbiamo sentito tante parole, tante, tante, tante, tanti incontri, tanta volontà di fare, di redistribuire, però non abbiamo visto i fatti. Se ci fa vedere qualche fatto, magari le diciamo anche che è brava", ha rincarato la dose ospite di Agorà. E allora le accuse di un altro dei big del Carroccio vanno a comporre una geografia della campagna elettorale in cui sembra essersi immerso il partito. Non a caso, non più tardi di una settimana fa, era stato il vicesegratario, in pratica il numero due, il deputato Andrea Crippa, a dire che l'approccio diplomatico del governo a proposito di gestione dell'immigrazione aveva fallito: "Non ha portato a nulla".

Del resto, quella lanciata da Salvini oramai da settimane è una chiara strategia del logoramento che vorrebbe, nelle intenzioni del leghista, rosicchiare quanto più consenso alla premier. Forte anche di sondaggi che accreditano la Lega oramai sopra al 10 per cento, quando alle elezioni politiche del 2022 prese l'8,9 per cento. Anche grazie alla ritrovata centralità del tema immigrazione, tanto caro alla storia e all'identità del partito. Ma gli attacchi alla von der Leyen nascondono un obiettivo ulteriore: cercare di togliere all'esponente dei Popolari le chanche di rielezione. O quanto meno poter dire, dopo le elezioni europee del prossimo anno: guardate che ammucchiata che hanno fatto. Noi siamo diversi da loro

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