editoriali
Pizzo di stato. La cauzione stile scafisti per gli immigrati è così surreale che non pare vera
I dubbi sulla norma introdotta dal governo non sono solo di natura umanitaria. Quel che manca è il buon senso
La definiscono “garanzia finanziaria”. E’, in sostanza, una cauzione. Le cose stanno così. Da oggi, tramite un decreto del governo in attuazione del dl Cutro, il migrante che arriva in Italia e avanza richiesta d’asilo, per evitare di essere trattenuto in centri specifici o nei Centri per i rimpatri (i previsti Centri per le procedure accelerate di frontiera ancora non ci sono), può versare una somma di quasi 5 mila euro. Sono 4.938 euro, per esattezza: e varranno per separare, evidentemente, i disgraziati semplici dai reietti. Insomma su un piano del rispetto dei diritti costituzionali ci sarebbe da discutere. Ma qui, al di là degli aspetti umanitari, in dubbio c’è il buon senso.
Anzitutto si suppone che sbarcando a Lampedusa, o arrivando in altro modo, un migrante possa esibire una fideiussione bancaria. Di cui deve però essersi premunito in una banca del suo paese – spiegando: “Sto per salire su un barcone: mi fate credito?” – visto che deve fornirla “entro il termine in cui sono effettuate le operazioni di rilevamento fotodattiloscopico e segnaletico”, cioè mentre un agente gli prende le impronte. Ma non basta. Perché, insieme alla garanzia finanziaria, in quello stesso istante il migrante che vuole evitare di finire trattenuto chissà dove deve anche indicare “un alloggio adeguato, sul territorio nazionale” (trovato, par di capire, tramite Booking.com prima di salire a bordo del barchino) dove dovrà risiedere per i successivi 28 giorni, termine entro il quale il governo punta – con una velocità ben al di sopra della media attuale, che s’aggira intorno ai due anni – a valutare la richiesta d’asilo.
Nel caso in cui venisse respinta, a quel punto la cauzione verrebbe impiegata, dunque, per rimpatriarlo. Ammesso, beninteso, che il suddetto richiedente asilo sia ancora nel suo “alloggio adeguato”. Nel caso in cui “si allontani indebitamente”, invece, il prefetto incassa la cauzione. E poi qualcuno si preoccuperà di andarlo a ritrovare per comunicargli che no, in Italia non ci può più stare. Perché qui ci sono leggi serie, mica come nel resto dell’orbe terracqueo.