violenze tra i banchi
Inasprire le pene (anche a scuola): ecco l'ultima trovata della Lega
Il testo presentato dal deputato Sasso punta a tutelare presidi, bidelli e insegnanti, dopo un anno scolastico che per quanto riguarda le aggressioni a scuola il ministro Valditara ha definito "un bollettino di guerra". È l'ennesimo esempio di panpenalismo della maggioranza
Per le troppe aggressioni dietro i banchi scolastici, la Lega ha scelto di correre ai ripari. Come? Cercando di introdurre pene più severe per chi fa violenza contro professori, presidi e bidelli. In pratica, dando sfoggio dell'ultima trovata panpenalista di questa maggioranza, che per ogni nuovo reato da punire, sull'onda dell'emotività ha avuto un'unica soluzione: inasprire le pene. Come ha fatto con il decreto anti rave, nel contrasto al traffico di migranti in seguito alla strage di Cutro, con l'omicidio nautico, con l'introduzione del reato universale di gestazione per altri, solo per fare alcuni esempi. Ma anche in casi più singolari, come il "reato di uccisione dell'orso marsicano", punito con due anni di reclusione. O l'introduzione del reato di "stesa", proposta dopo i fatti di Caivano.
Ma torniamo a ieri. La Camera ha approvato la proposta di legge con primo firmatario il deputato leghista Rossano Sasso che inasprisce la pena per aggressioni agli insegnanti da parte dei genitori e degli alunni: si parla di sette anni di carcere. Il testo, che ora passa al Senato, arriva dopo un anno scolastico che ha visto numerosi casi di violenza all'interno delle aule e punta a tutelare maggiormente tutto il personale scolastico, spesso vittima di intimidazioni e aggressioni, sia fisiche che verbali, da parte degli studenti e da parte dei genitori o altri parenti.
Cinque aggressioni al mese
I dati di riferimento sul numero di aggressioni avvenute nell'ultimo anno scolastico sono stati presentati dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara. In un'intervista al Corriere della Sera ha affermato come "da settembre 2022 a maggio 2023 gli episodi di violenza sono stati 5 al mese, in quasi la metà dei casi erano coinvolti i genitori". Per Valditara, i numeri delle aggressioni ormai rappresentano "un bollettino di guerra" e anche con l'apertura del nuovo anno non sono diminuite.
È di pochi giorni fa la notizia di un insegnate aggredito - e poi finito al pronto soccorso - in un istituto comprensivo a Cosenza da entrambi i genitori di un alunno. Mentre il 2 ottobre a Bari due ragazzi hanno sparato dei pallini al petto di un professore con una pistola finta. Sicuramente l'episodio più grave dello scorso anno scolastico è stato quello accaduto ad Abbiategrasso, in provincia di Milano, e che ha visto un alunno aggredire con un grosso fendente la sua insegnate per un brutto voto.
Una scia di episodi di violenza che hanno portato non solo la politica a interrogarsi su provvedimenti da prendere. Sul Foglio abbiamo sostenuto la necessità di proteggere i docenti dalle ingerenze dei genitori. Una prima risposta è arrivata con una modifica all'iter per la valutazione per la condotta e le sospensioni. La Lega però ha deciso di presentare una proposta di legge che mira a punire più duramente gli aggressori anche con risvolti penali pesanti. Ma è tutto da vedere se e quanto sarà utile a prevenire eventuali aggressioni.
La proposta di legge
"Si tratta di aggravare le pene per il reato di violenza, minaccia e oltraggio al personale scolastico - ha spiegato Sasso parlando della norma - Si va a punire fatti che accadono all'interno della scuola, in quanto luogo di formazione e di educazione e per la presenza di minori". L'obiettivo è dunque tutelare di più il personale scolastico - da presidi a bidelli - modificando gli articoli 61, 336 e 341-bis del codice penale, intervenendo a livello repressivo e preventivo.
A questo scopo, l'intenzione è quella di modificare l'articolo 61 del codice penale, introducendo l'aggravante per chi aggredisce un docente e si modificano gli articoli 336 e 341 bis del codice penale. Nel concreto vale a dire che la pena - ora prevista per un massimo di 5 anni - viene portata a 7 e mezzo nel caso in cui la persona aggredita sia una figura del personale scolastico e l'aggressore sia un genitore o un alunno dai 14 anni in su.
Oltre all'inasprimento delle pene, la proposta di legge vorrebbe istituire la giornata nazionale contro la violenza sul personale scolastico e un Osservatorio che avrà il compito di monitorare l'andamento di aggressioni nei confronti di professori, bidelli e presidi, creare corsi formativi per il personale e sensibilizzazione per gli studenti. Si punta dunque a educare, oltre che punire. Ma sono molti i punti interrogativi che si lascia dietro l'indirizzo leghista. E cioé quello di assecondare l'indirizzo punitivo espresso da questa maggioranza sin dall'inizio della legislatura. "È incredibile che in ogni progetto di legge che portano in Aula ci sia un'aggravante, un inasprimento di una norma penale. Non è così che si risolvono i problemi", ha commentato il deputato di Azione Enrico Costa.