l'intervento

Giorgia Meloni: "I civili di Gaza sono vittime di Hamas"

L'informativa della premier sulla prossima riunione a Bruxelles. Non sarà un Consiglio "semplice e di routine", spiega. Il tema principale resta la politica internazionale

Redazione

"Il Consiglio europeo di domani avviene in una fase storica: l'Unione Europea è chiamata a dare risposte forti e urgenti". Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al Senato, informando l'Aula sui temi che saranno toccati domani — 26 ottobre — in vista della prima giornata del prossimo Consiglio europeo. Non sarà "semplice e di routine" ha detto la premier. Sul tavolo la situazione economica del paese, la manovra e, soprattutto, la guerra in medio oriente (il Mes, al contrario, non sarà oggetto di discussione). Meloni ha aperto il discorso esprimendo vicinanza "anche in quest'aula alle vittime e agli ostaggi di Hamas": parole hanno fatto scattare una standing ovation da parte di tutta l'aula del Senato.

La guerra in medio oriente e il sostegno a Kyiv

C'è "preoccupazione per i riflessi del conflitto in corso tra Israele e Hamas. Per questo motivo ho partecipato alla conferenza di pace del Cairo scegliendo di essere l'unica rappresentante dei Paesi del G7", spiega Meloni. I lavori in corso per trovare una soluzione pacifica al conflitto sono necessari per "impedire di cadere nella trappola di uno scontro fra civiltà, che avrebbe conseguenze inimmaginabili". 

In questo senso la "priorità è quella di perseguire un equilibrio nella gestione del conflitto. Così come la protezione umanitaria dei civili: il governo ha accolto con favore la decisione di Israele di aprire delle aree umanitarie all'interno della striscia di Gaza". La premier ha ribadito il diritto di Israele a difendere i propri confini, tuttavia ha spiegato come "la reazione di uno stato non può essere guidata da un sentimento di vendetta e sono convinta – continua – che questa sia la volontà di Israele". 

"I diritti dei civili di Gaza, così come le autorità legittime palestinesi, sono vittima della politica di Hamas: le due cose non devono essere sovrapposte", ha specificato Meloni. La strategia per la normalizzazione dei rapporti è "di lungo periodo" e l'Italia, con tutti i partner internazionali, ha "sottolineato l'importanza di una de-escalation del conflitto e di una pace che si basi sul concetto di 'due popoli, due stati'". 

"Ribadiamo la vicinanza ai figli dei nostri connazionali uccisi in Medio Oriente e "la richiesta di liberare tutti gli ostaggi" continua la premier. "Non ci deve essere ambiguità nel condannare i crimini di Hamas, non può esserci nessun distinguo sulla condanna a ogni forma di antisemitismo compresa quella di matrice islamica, quella che viene camuffata da avversione allo stato di Israele". 

Questa è una crisi che ci riguarda direttamente, ha spiegato Meloni. "Non è un caso che non ci sia stata nessuna condanna degli attacchi di Hamas da parte della Federazione Russa" ha detto. Per questa ragione, l'Europa ribadisce "il sostegno al popolo ucraino. Non dobbiamo fare l'errore di affievolire il sostegno alla causa ucraina". La premier dice no a "un mondo senza linee rosse invalicabili: l'allargamento dei disordini a livello mondiale conviene solo a chi ha interesse a minare la convivenza pacifica fra gli stati". 

L'immigrazione: "Abbiamo il dovere di alzare la guardia"

Collegandosi alla situazione in Israele, la premier ha parlato anche dell'immigrazione nel nostro paese. "Dal conflitto, ha spiegato, derivano problemi legati alla sicurezza. Tutti i confini europei sono sottoposti a pressioni migratorie senza precedenti. Ciò ci impone di contrapporre all'irragionevolezza ideologica la ragionevolezza del buon senso". 

Esiste la "necessità urgente di fermare i flussi migratori irregolari, in quanto esiste purtroppo un legame fra terrorismo e immigrazione, come conseguenza anche delle politiche migratorie del passato. Abbiamo quindi il dovere di alzare la guardia, come abbiamo fatto a partire dall'implementazione delle misure di protezione delle comunità ebraiche e dei luoghi sensibili in tutta Italia", ha spiegato la premier in riferimento ai "lupi solitari". "La nostra intelligence ha individuato nella rotta balcanica una potenziale fonte di rischio per la sicurezza: per questo il governo ha sospeso Schengen e rafforzato i controlli alle frontiere con la Slovenia. Ringraziamo Slovenia e Croazia che hanno sempre risposto positivamente alle nostre richieste", ha detto.

"La commissaria agli Affari interni Ylva Johansson ha notificato un calo delle partenze provenienti dalla Tunisia a ottobre: è un risultato in cui l'Italia ha fornito un grande contributo", spiega la premier, aggiungendo che "chi ha cercato di sabotarlo non comprendeva che indeboliva gli italiani e aiutava i trafficanti di esseri umani". 

Il bilancio europeo, la transizione ecologica e il Patto di stabilità

La presidente del Consiglio ha anche parlato di altri temi, tra cui il bilancio pluriennale: "L'Italia ritiene necessaria un'intesa entro la fine dell'anno sul bilancio pluriennale dell'Ue: sarebbe un errore rivederlo solo per aumentare gli aiuti all'Ucraina", ha spiegato. "La diversa capacità degli stati di sostenere i loro sistemi produttivi – continua la premier – deve essere considerata nella discussione sul prossimo quadro finanziario pluriennale". Da qui l'invito che il Patto sia "di 'crescita e stabilità' e non solo di 'stabilità e crescità'. L'Ue ci chiede di continuare a investire sulla difesa e il sostegno all'Ucraina e noi non vogliamo venir meno a quest'impegno. Computare questi investimenti nei parametri deficit-Pil" rischia "di minare gli obiettivi che ci siamo dati": per questo sosteniamo la necessità "di scorporare del tutto o parzialmente queste voci", ha detto. 

Sul Green Deal: "Se bene impostata la doppia transizione può essere un ottimo strumento per rafforzare la competitività europea o, al contrario, portare una desertificazione del nostro continente se si manterrà un approccio miope" spiega la premier, ribadendo come sarebbe "grave" applicarlo senza tenere conto delle necessità dei cittadini, che non potrebbero "sopportare" la doppia transizione ecologica e digitale". 

"L'Italia affronterà il dibattito nel Consiglio europeo a schiena dritta – conclude Meloni – grazie alla fiducia degli italiani e di una maggioranza compatta figlia di quella fiducia, fatevene una ragione. Grazie a un governo che ha finalmente un orizzonte di legislatura, grazie a un lavoro serio e incessante che ha fatto comprendere a tutti che abbiamo l'orgoglio di rappresentare una nazione straordinaria e abbiamo soprattutto la capacità e la volontà di giocare ogni partita da protagonisti. Perché siamo l'Italia e finalmente ne siamo consapevoli".

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