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Il caso

L'Italia conferisce la cittadinanza a Indi Gregory, la bambina a cui Londra da oggi sospenderà le cure

Redazione

Il Consiglio dei ministri riunito d'urgenza per cercare di far trasferire la bimba inglese al Bambino Gesù. Dopo la sentenza dell'Alta corte di Londra, da oggi alla piccola saranno interrotti i trattamenti. Si cerca un esito diverso rispetto al caso di Alfie Evans

L’Italia ha concesso la cittadinanza alla piccola Indi Gregory, la bambina inglese di otto mesi affetta da una rara malattia mitocondriale a cui l’Alta Corte londinese vuole sospendere i trattamenti vitali. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri riunito questa mattina in seduta urgente proprio con lo scopo di conferire, secondo quanto stabilito dalla legge quadro in materia di cittadinanza, la 91 del 1992, la cittadinanza italiana alla bambina. La norma prevede infatti che “con decreto del Presidente della Repubblica, sentito il Consiglio di Stato e previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, la cittadinanza può essere concessa allo straniero quando questi abbia reso eminenti servizi all'Italia, ovvero quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato”. In quest’ultimo caso, secondo il governo Meloni, rientra la dolorosa vicenda di Indi Gregory alla quale da oggi in Regno Unito saranno staccati i macchinari.

 

I genitori di Indi avevano lanciato un appello per scongiurare lo stop ai trattamenti e poter trasferire la figlia in Italia, probabilmente all’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma. Con la concessione straordinaria della cittadinanza alla bambina la speranza del governo è che adesso la volontà dei genitori di Indi possa essere esaudita. “Il mio cuore si riempie di gioia perché gli italiani hanno dato a me e mia moglie Claire speranza e fiducia nell'umanità. Gli italiani hanno dimostrato attenzione alle cure in modo amorevole e sostegno. Vorrei solo che nel Regno Unito fosse lo stesso”, ha detto a LaPresse Dean Gregory, il padre di Indi.

 

La bambina è affetta da una malattia che impedisce lo sviluppo muscolare e per l’Alta corte inglese e i medici il distacco dai macchinari che la tengono in vita è la soluzione meno dolorosa. La vicenda ricalca, seppur per patologie diverse, quella di Alfie Evans, il neonato di Liverpool affetto da una grave malattia neuro degenerativa. Anche in quel caso, era il 2018, medici e famiglia si scontrarono. Quest’ultima voleva tenere in vita attraverso i macchinari il bambino, i medici erano invece contrari. Intervenne anche Papa Francesco e, anche in quel caso, su richiesta dell’allora deputata di opposizione Giorgia Meloni e del parlamentare leghista Simone Pillon (a palazzo Chigi c'era Paolo Gentiloni), fu concessa, il giorno successivo al distacco dei macchinari, al bambino cittadinanza italiana nella speranza di un trasferimento al Bambino Gesù che però non avvenne mai. Il piccolo Alfie morì quattro giorni più tardi, dopo che da cinque erano state interrotte le cure. 

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