Il solito copine

"Israele stato fascista", dice l'ex terrorista Khaled a Torino. L'università si dissocia

Redazione

Nelle aule dell'accademia torinese la militante del Fronte per la liberazione della Palestina è intervenuta per un iniziatiza a sostegno di Gaza. "Hamas è il pretesto che usano per sterminarci tutti". Il rettore Stefano Geuna: "Nessuna responsabilità da parte dell'Ateneo". Le condanne della politica, da FdI a Iv e Pd

Israele? "Uno stato fascistache porta avanti un genocidio".  Hamas? "Non un problema" ma il pretesto che il governo israeliano "utilizza per sterminarci tutto. Queste persone stanno occupando la nostra terra e vogliono sottometterci". E dunque:  "Resisteremo". È andato tutto secondo copione ieri sera all'università Torino, occupata in solidarietà al popolo palestinese. Le parole sono quelle di Leila Khaled. L'ex terrorista protagonista trail 1969 e il 1970 di due dirottamenti aerei interviene in collegamento. È una militante del Fronte per la liberazione della Palestina ed è stata invitata a perorare la sua causa nella aule dell'accademia torinese. 

Dietro il tavolo dei relatori, uno striscione: "Con la Palestina, fino alla vittoria". Per una serata in cui, sembra di capire, gli attentati del 7 ottobre sono stati percepiti come inevitabili, le cui cause e resposabilità non possono che essere trovate nell'"occupazione israeliana" e nel "regime di apartheid", come ha spiegato Khaled. L'armamentario classico insomma, in cui non c'è molto spazio per quelli che sono stati attentati di stampo terroristico contro gente inerme e colpevole di essere israeliana. L'ormai proverbiale complessità, questa volta, pare essere rimasta fuori dalle aule dell'Università.

 

Le condanne da parte degli studenti torinesi riguardano anche governo e università, "complici del massacro", come si legge ancora sullo striscione che riassume l'iniziativa. Che nella giornata di ieri era stata anticipata e accompagnata da proteste e polemiche. Tanto da spingere il rettore Stefano Geuna a pubblicare una nota in cui spiegava che "l’evento rientra tra le attività spontaneamente organizzate da gruppi di studentesse e studenti nell’ambito di un’attività di occupazione, anche questa per definizione non autorizzata". E ancora: "Si intende chiarire che la piena responsabilità di questo evento è da attribuire agli organizzatori e non all’Ateneo", le parole del massimo rappresentante dell'Università di Torino.

"Lascia allibiti e indigna che venga invitata a parlare chi è parte di una organizzazione classificata come terroristica dall’Unione europea, da Israele e dagli Stati Uniti”, ha commentato ieri sera Silvia Fregolent, senatrice torinese di Italia via. "La libertà di esprimere le proprie idee e di confrontarsi in merito agli scenari internazionali non può prevedere, mai, la violazione delle leggi, l’incitamento alla violenza e all’uso delle armi”. Mentre il suo collega di partito Enrico Borghi, avvertiva che "chiudere gli occhi davanti a questo fenomeno oggi significa aprire la strada ad una pericolosa operazione di egemonia culturale, che pretende l’archiviazione del nostro sistema di diritti e di valori"

Condanne all'iniziativa degli studenti erano arrivate pure da Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo in quota Pd, ancor prima che l'appuntamento andasse in scena. "Ho chiesto alle autorità competenti, dal Questore di Torino al Ministro dell'Interno, se sia ragionevole che un personaggio come Leila Khaled, dal passato e dal presente assai discutibile abbia la possibilità di incitare all’odio e all’antisemitismo dalla cattedra di un Ateneo". 

“Finalmente la sinistra inizia a scandalizzarsi rispetto all’occupazione a Palazzo Nuovo. Quello che a sinistra forse non sanno che i soggetti coinvolti oggi sono sempre gli stessi che compaiono quando nell’ateneo di Torino si verificano problemi", dice polemicamente Augusta Montaruli di Fratelli d'italia, pure lei torinese. Prima di concludere: "Non potranno più dichiararsi inconsapevoli: si sta parlando di soggetti che fino a ieri venivano difesi e da cui oggi, finalmente, prendono le distanze".

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