Il punto
Casellati: "Con le opposizioni contro la violenza sulle donne". Ma sulle riforme: "Schlein non usi slogan"
La prevenzione alla violenza è "uno dei campi in cui i partiti hanno sempre saputo trovarsi d'accordo. Non siamo all'anno zero", dice la ministra per le Riforme istituzionali. Sul premierato: "Ditemi, dove verrebbero attaccati i poteri del capo dello stato?"
Uniti sulla violenza di genere, meno sulle riforme. La ministra per le Riforme istituzionali Maria Elisabetta Casellati in un'intervista alla Stampa auspica una legge che introduca l'educazione sentimentale nelle scuole con la collaborazione delle opposizioni per far fronte comune al problema legato ai femmincidi. La prevenzione della violenza di genere è "uno dei campi in cui i partiti hanno sempre saputo trovarsi d'accordo. Non siamo all'anno zero", dice Casellati. "Tante norme sono state approvate in questi anni: sullo stalking, sul Codice rosso, sulla prevenzione. La politica ha agito. Le leggi possono avere una valenza pedagogica per la società, ma la cultura è sempre più lenta".
"Il fenomeno oggi costituisce davvero un'emergenza - continua la ministra - È drammatico per le famiglie che vivono queste tragedie e lo è per una società che diventa malata. Mi colpisce che accada spesso alle donne in carriera, le donne più emancipate. Ci sono uomini che ancora non si adeguano o non riescono a sopportarlo". E lancia un appello, frutto della sua esperienza da avvocato specializzato in diritto per le famiglie: "Quando finisce una relazione, anche se non si intercetta un segnale di pericolo, non si deve andare all'ultimo appuntamento". Un problema che resta prettamente culturale, secondo la ministra: "Le donne il loro percorso lo hanno fatto con fatica, gli uomini devono fare il loro. Quello sui maschi è un lavoro di formazione in casa e a scuola".
L'intervista poi si sposta sul tema delle riforme e sul rapporto con le opposizioni: "Sulle norme interverrà il parlamento, se valuterà che debbano cambiare e senza smontare l'impianto del provvedimento. Io ho fatto un lunghissimo lavoro di confronto con le opposizioni, con le parti sociali, con 130 costituzionalisti di diverse sensibilità", dice Casellati. E invita Elly Schlein a "evitare di usare slogan perché con gli slogan non si ragiona". Il discorso legato al presidente della Repubblica e all'accusa dei dem secondo la quale verrebbe svuotato dei suoi poteri "dev'essere articolato e applicato alla Costituzione. Ci sono nove articoli sui poteri del capo dello stato e nessuno di questi viene toccato", sostiene.
Sul premier eletto, la ministra spiega come sia "una bella cosa" perché la scelta da chi essere governati torna verso i cittadini ridando loro la voce. Per queste ragioni, in un certo senso, la maggiore critica è al fatto che il primo ministro possa diventare più "forte" del capo dello stato, rischio che secondo Casellati non si correrebbe in quanto "nella nostra proposta sarebbe il presidente della Repubblica a dare un'indicazione per il successore che deve poi ricevere la fiducia del Parlamento. Con la sfiducia costruttiva invece sarebbe solo il Parlamento a indicare un nuovo capo del governo", conclude la minsitra, spiegando il meccanismo.