A Palazzo Chigi
Governo-sindacati: accordo di massima sulle pensioni. Ma Landini: "Lo sciopero è confermato"
Raggiunto l'accordo tra governo e le principali sigle dopo un vertice durato 4 ore: sarà modificato l'articolo 33 della legge di Bilancio. Il leader della Cgil: "Aperture a modifiche sulle pensioni dei medici. Ma le ragioni dello sciopero rimangono tutte"
È terminato a Palazzo Chigi il vertice tra governo e sindacati per discutere della manovra. Da quanto emerge, nel vertice è stato raggiunto l'accordo per rivedere la norma che nella legge di Bilancio taglia le aliquote di rendimento delle pensioni di diverse categorie di dipendenti pubblici per medici, infermieri, dipendenti enti locali, maestri d'asilo e ufficiali giudiziari. I sindacati, con le manifestazioni dei giorni scorsi, avevano chiesto di rivedere l'articolo 33 della manovra proprio per tutelare le pensioni di quelle categorie di lavoratori. Ora sembra che allo studio dell'esecutivo ci sarebbero tre ipotesi di modifica: la salvaguardia dell'assegno per chi andrà in pensione di vecchiaia, il taglio graduale per chi va in pensione di anzianità, è il riconoscimento dei diritti acquisiti per chi matura il diritto alla pensione al 31 dicembre prossimo.
La riunione di stamattina è stata presieduta da Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini, i ministri Giorgetti, Lollobrigida, Calderone, Fitto e il viceministro Valentini. Per i sindacati hanno partecipato i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Maurizio Landini, Luigi Sbarra, Pierpaolo Bombardieri e Paolo Capone. Al termine della riunione Landini ha dichiarato: "Non è cambiato nulla della manovra di bilancio, quindi sono confermate tutte le ragioni per lo sciopero. Rispetto all'articolo 33 dove noi abbiamo chiesto il ritiro, il governo si è limitato a dire che stanno valutando delle modifiche. Continua a essere una manovra sbagliata", ha detto il segretario, confermando dunque le rimostranze previste per le prossime settimane. Il segretario della Cisl Luigi Sbarra invece ha spiegato: "È stato un incontro molto importante, sia nel metodo che nel merito. Una riunione lunga, articolata, complessa, alla presenza di quasi tutto il governo. Lo considero un segno di rispetto. Il governo ci ha assicurato che interverranno con cambiamenti e miglioramenti della norma in modo particolare aliquote e rendimenti dei futuri trattamenti pensionistici di medici, infermieri, personale degli enti locali, maestre asilo che dovrebbero rimanere attuali per la pensione di vecchiaia e sta ragionando per introdurre miglioramenti le pensioni anticipate".
Giorgia Meloni, in conclusione dell'incontro con i sindacati ha ringraziato - secondo quanto si apprende - i rappresentanti delle organizzazioni sindacali per il confronto "franco e costruttivo" ribadendo le questioni che saranno oggetto di modifica. "Sarebbe bello rendere la misura strutturale ma diventa difficile in questo preciso contesto quando non sappiamo ancora quali saranno le regole con le quali operiamo nei prossimi anni. Credo - ha aggiunto - si possa riconoscere che il governo ce la sta mettendo tutta per arrivare a un nuovo patto stabilità e di crescita che sia sostenibile e orientato più alla crescita che non alla stabilità: l'unico modo per garantire stabilità è favorire la crescita, ma in questo momento diventa difficile fare scelte che ci impegnano per gli anni a venire, ma ovviamente io sono d'accordo a rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale". Meloni, dichiarandosi favorevole anche a molte altre misure citate dai sindacati, ha posto l'accento in particolare sulla detassazione degli aumenti contrattuali e ha spiegato che la misura "sarebbe stata sostituiva del cuneo perché il costo si aggirava sui 10-11 miliardi di euro e quindi abbiamo dovuto fare una scelta".