Editoriali
Le tesi strampalate del Pd contro la liberalizzazione del mercato elettrico hanno a che fare con il gas
Per Bersani “quando il mercato viaggiava per i tubi potevi dare stabilità al prezzo. Quando il mercato viaggia per nave questa cosa non è possibile, non sono possibili contratti a lungo a meno di costi assicurativi molto alti che poi si riversano sul cliente”. Peccato che nn sia vero
Tra le ragioni per cui il Pd si oppone alla liberalizzazione del mercato elettrico c’è il cambiamento strutturale nel mercato del gas, con la sostituzione delle forniture via tubo attraverso l’import di gas naturale liquefatto (Gnl). È una tesi strampalata che, se fosse vera, avrebbe per conseguenza logica l’opposto di ciò che sostiene il Pd. Il tema è stato sollevato da Pier Luigi Bersani e poi ripreso dalla responsabile Ambiente del partito, Annalisa Corrado, in un intervento su Domani. “Quando il mercato viaggiava per i tubi – ha detto Bersani – potevi dare stabilità al prezzo. Quando il mercato viaggia per nave questa cosa non è possibile, non sono possibili contratti a lungo a meno di costi assicurativi molto alti che poi si riversano sul cliente”. È falso che non esistano o addirittura non siano possibili contratti a lungo termine per il Gnl. È giusto dell’altro giorno la notizia che Shell, TotalEnergies ed Eni hanno firmato contratti col Qatar della durata di 27 anni. Ciò nonostante, è vero che – almeno per ancora un paio di anni – i mercati saranno tesi e caratterizzati da forte volatilità, in quanto l’offerta globale fatica a soddisfare la domanda.
Quindi sono sufficienti piccole perturbazioni, come uno sciopero dei lavoratori del settore in Australia o un inverno rigido a gonfiare i prezzi sui mercati a pronti. Ma, se questo è il dubbio che assilla Bersani, allora la “maggior tutela” non è la risposta: essa infatti prevede l’applicazione di prezzi variabili, aggiornati trimestralmente sulla base dei costi all’ingrosso sostenuti dall’Acquirente unico, mentre è proprio sul mercato libero che i consumatori possono trovare la protezione di offerte a prezzo bloccato. Non a caso l’anno scorso chi stava sul libero si è salvato dai maxi-rincari. Peraltro, non si capisce perché mai – se il tema è la volatilità dei prezzi del gas – la battaglia del Pd (ma anche di Lega e M5s) riguardi solo e unicamente il mercato elettrico. Per fortuna il ministro Raffaele Fitto sembra aver convinto il governo a tenere fede agli impegni del Pnrr presi anche, forse a sua insaputa, col voto favorevole del Pd e di Bersani.