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Meloni tra Salvini e Metsola: "Ma il centrodestra è coeso. Anche in Ue"
"Basta veti agli alleati sgraditi", scrive in una lettera il leghista, che questa mattina ha avuto un colloquio con la premier. "Piena sintonia", fanno sapere i due con una nota. Poco dopo Meloni ha visto la anche presidente del Parlamento europeo. "Continueremo a lavorare insieme"
"Al di là delle sfumature dei partiti di maggioranza, che sono una ricchezza, c'è coesione di fondo ed è evidente. Penso che quello che siamo riusciti a fare in Italia si debba in qualche maniera tentare di costruirlo anche in Europa". Giorgia Meloni le esorcizza in questo modo, intervenendo di prima mattina a Rtl 102.5, le tensioni che si respirano nella sua maggioranza di governo. La premier si trova stretta tra due fuochi. Da una parte ha un alleato come Matteo Salvini che, dopo la convention dell'ultradestra europea di domenica scorsa a Firenze, gioca ad alzare sempre più i toni, in previsione del voto di giugno. Dall'altro lavora con l'obiettivo di non rimanere fuori dai giochi della prossima maggioranza europea.
Proprio oggi il vicepremier e ministro delle Infrastrutture ha mandato una lettera al Corriere della Sera per ribadire la sua posizione. "Davvero un pezzo di centrodestra europeo preferisce allearsi con i socialisti delle tasse e delle frontiere aperte in cambio di prebende e cedendo sulla linea politica?", si è chiesto il segretario della Lega. Avendo per destinatario soprattutto la presidente del Consiglio, da cui passeranno molti degli equilibri all'interno della prossima Commissione europea. E così poco dopo, nel corso della mattinata - a margine di una riunione sul Pnrr - Meloni e Salvini hanno avuto un colloquio a Palazzo Chigi, "in un clima come sempre amichevole: è stata l'occasione per fare il punto sulla situazione politica e aggiornarsi sui principali dossier. È confermata la piena sintonia per raggiungere tutti gli obiettivi del programma elettorale con l’ambizione di rivincere le elezioni politiche al termine della scadenza naturale della legislatura", hanno fatto sapere in una nota.
Tempismo non casuale, visto che poco dopo la premier ha ricevuto vuole la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. E cioé colei che, da esponente dei Popolari che dialogano con i socialisti, è stata individuata da Salvini come un avversario del gruppo "Identità e democrazia". "L'incontro è andato molto bene, abbiamo contatti regolari. Stiamo preparando il Consiglio europeo...", ha detto Metsola, lasciando Palazzo Chigi. "Continueremo il nostro lavoro per un’Europa che è di tutti i cittadini. Più libera e sicura", ha aggiunto su X postando una foto con la premier. Mentre a Bruno Vespa, durante la registrazione di "Cinque minuti", la presidente del Parlamento Ue ha anche spiegato come le prossime maggioranze dovranno formarmi sui temi, "sui soggetti di cui dibattiamo", piuttosto che su accordi pre-elettorali. A Metsola era stato chiesto se ritenesse possibile che, nel caso in cui i voti del Ppe, dei conservatori e dei Liberali non fossero sufficienti, Giorgia Meloni potesse spingersi anche a entrare in maggioranza con i socialisti.
Su Metsola, ieri, erano anche arrivate le parole di apprezzamento di Tajani: "E' bravissima e resta la nostra candidata presidente del Parlamento europeo". Era un modo per rispondere allo stesso Salvini. Con cui, raccontano fonti del governo, c'è stato gelo ieri in Consiglio dei ministri. Dove i due vicepremier si sono praticamente ignorati. Così come hanno fatto anche alla manifestazione organizzata dalle comunità ebraiche in piazza del Popolo a Roma. Saliti sul palco uno dopo l'altro, ma senza fermarsi a interloquire a margine.
Sullo sfondo si muove sempre la discussione sul prossimo Patto di stabilità (e sul Mes) la cui riforma sarà presentata in una cena informale domani e poi ratificata nel prossimo Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre. "Non avalliamo un Patto che non possiamo rispettare", ha detto quest'oggi Meloni sempre in radio. Ribadendo la posizione espressa dal ministro dell'Economia Giorgetti. Prima delle europee c'è tempo. Ma la premier a Metsola vuole offrire garanzie: noi non siamo Salvini. Siamo disposti a fare la nostra parte di paese fondatore dell'Europa.