editoriali
A Firenze Schlein rischia grosso
Nel capoluogo toscano la segretaria chiude a Renzi e si gioca la leadership del Pd
Non ci sono solo le Europee a turbare i sonni del Pd. Perché Firenze, dove pure si vota nel 2024, rischia di diventare la vera sfida di Elly Schlein. Qui la segretaria si gioca molto, se non tutto. La roccaforte viola, infatti, non sembra più essere tanto forte. E perderla, a vantaggio del centrodestra, sta diventando un’amara possibilità. La partita è aperta e lo è anche per via delle scelte della segretaria. Che nel capoluogo toscano ha avallato la decisione (come in Sardegna) di rinunciare alle primarie, sostenendo l’indicazione di Nardella di candidare Sara Funaro, oggi assessora al Welfare, a capo di una risicata coalizione che comprende tra gli altri Si, Verdi, Azione, +Europa.
Un’operazione che ha già prodotto strascichi nella maggioranza locale, con Cecilia Del Re che ha lasciato il partito lanciando una propria lista per le amministrative. L’hanno seguita, mollando il gruppo Pd, anche tre consiglieri – e una decina circa di eletti nei quartieri. Il risultato? La maggioranza Nardella adesso quasi traballa. Inevitabile allora che il peso di certe scelte, la responsabilità politica di una gestione autoreferenziale ricada su chi è al comando. A Firenze poi, Renzi ha ancora un peso importante. L’ex premier, nella consueta veste alla Jep Gambardella, l’ha detto chiaramente: “Consegnare Firenze alla destra è possibile solo se Schlein fa l’errore di escluderci”. Ed è proprio questo vizio ideologico che ora, anche tra i dem, qualcuno comincia a contestare a Schlein, sperando in un ripensamento. Perdere Palazzo Vecchio sarebbe uno smacco troppo grande, imperdonabile. Nel 2024 si voterà pure a Prato e Livorno e non è detto che le cose vadano meglio. Senza contare che nel 2025 sarà il turno delle regionali. E perdere il capoluogo potrebbe avere un riflesso anche sulla corsa alla Regione. Per paradosso, l’unica consolazione per Schlein arriva al momento dal centrodestra che fatica a trovare una quadra e aspetta una risposta da Schmidt, ex direttore degli Uffizi. Ma non è affatto assicurato che l’incertezza degli avversari possa salvare il Pd. E la sua segretaria.