Alla Camera
Scontro Piantedosi-Schlein su Acca Larentia: "I vostri governi non hanno mai sciolto i gruppi di destra"
La segretaria dem attacca la destra e chiede che siano sciolte "tutte le organizzazioni fasciste". Il ministro dell'Interno: "Nessun governo di centrosinistra lo hai mai fatto". Nel frattempo la Digos indentifica oltre 100 persone per la manifestazione della scorsa domenica
"Chi grida a 'viva l'Italia antifascista' a teatro viene identificato, chi invece partecipa a una adunata fascista può farlo indisturbato? Tutto ciò è di una gravità inaudita". Sono parole della segretaria del Partito democratico Elly Schlein, pronunciate in aula alla Camera, in risposta alle dichiarazioni del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, chiamato a riferire in un'interrogazione parlamentare sui fatti accaduti la scorsa domenica ad Acca Latina, quando centinaia di esponenti dell'estrema destra hanno effettuato il saluto romano davanti all'ex sede del Movimento sociale italiano. Sulla questione, Piantedosi ha spiegato che: "Lo spirito della commemorazione di tragedie così gravi come quella di Acca Larentia, che ha causato il vile assassinio di giovani vite e che rimane tuttora senza giustizia, è tradito dalla riproposizione di gesti e simboli che rappresentano un'epoca condannata dalla storia".
Alle dichiarazioni di Piantedosi, Schlein ha risposto chiedendo che il governo intervenga perché vengano sciolte tutte "le organizzazioni neofasciste", specificando che "la legge Scelba punisce l'apologia del fascismo e la Costituzione lo dice con nettezza che le organizzazioni di questo tipo vanno sciolte".
Il ministro ha ricordato che "la particolare complessità dei presupposti previsti dalla normativa vigente è confermata dalla limitata casistica applicativa sinora registrata e dalla circostanza che governi, anche sostenuti dalla parte politica degli onorevoli interroganti, non hanno mai adottato iniziative in tal senso". Tradotto: i governi di centrosinistra non hanno mai deciso per lo scioglimento delle organizzazioni di estrema destra.
Sempre nella replica al ministro dell'Interno, Schlein ha attaccato sia Ignazio La Russa sia il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli: "Avere un presidente del Senato che cerca di legalizzare il saluto fascista è un insulto a chi ha fatto la Resistenza in questo paese e ha dato la vita per la libertà e la democrazia. E non raccontateci come fa l'onorevole Rampelli che sarebbero cani sciolti. Sono un branco organizzato con cui siete andati a spasso per anni e che ha nostalgia del disciolto partito fascista", ha detto la segretaria dem. Schlein è tornata poi sulla presenza di Meloni alla stessa ricorrenza nel 2008 e ha definito "imbarazzante il silenzio della presidente del Consiglio, che non riesce a dire neanche una parola di condanna".
"Mentre i vostri deputati – continua la segretaria – che inneggiamo al duce giocano con le pistole a Capodanno, mentre i vostri sottosegretari citano Mussolini e i vostri capi gruppo citano Marinetti siete gli stessi che tagliano pensioni e la sanità e sviliscono il lavoro. La presidente Meloni ha palato tre ore la settimana scorsa, ma le bastavano dieci secondi per dichiararsi anti fascista come la Costituzione su cui ha giurato. Siccome ha detto più volte di non essere ricattabile ci chiedevamo chi la stesse ricattando. Lo sta facendo da sola perché resta in ostaggio del suo passato da cui continua a non voler prendere le distanze", ha detto ancora la segretaria del Pd.
Intanto, durante il confronto tra il ministro dell'Interno e la leader dell'opposizione, la Digos di Roma ha comunicato di aver identificato attraverso foto e video oltre 100 esponenti di movimenti di estrema destra, che domenica scorsa hanno partecipato alla commemorazione della strage di tre giovani dell'Msi. Molti sarebbero residenti nella capitale. Cinque di loro sono già stati denunciati per apologia di fascismo e violazione della legge Mancino, come annunciato da Piantedosi durante l'interrogazione parlamentare: "La questura ha trasmesso all'autorità giudiziaria una prima informativa di reato, contestando il delitto di apologia del fascismo a carico di cinque esponenti di Casa Pound, individuati tra i partecipanti, a cui seguiranno ulteriori comunicazioni all'esito del riconoscimento e identificazione degli ulteriori convenuti alla manifestazione".