Acca Larentia - foto Ansa

L'editoriale dell'elefantino

Ad Acca Larentia un'ostentazione liturgica di nostalgia, non un pericolo effettivo

Giuliano Ferrara

Quanto successo domenica scorsa è sicuramente un brutto evento, le immagini parlano da sole. Ma la polemica che si è sollevata intorno alle braccia tese corre il rischio di diventare la storia della favola di Esopo "al lupo al lupo!"

In un villaggio viveva un pastorello che di notte doveva fare la guardia alle pecore di suo padre. Si annoiava e quindi, decise di fare uno scherzo: mentre le altre persone erano a dormire egli cominciò a gridare: Al lupo, al lupo!, così tutti si svegliarono e accorsero per aiutarlo. Ma il pastore burlone rivela loro che era uno scherzo. Questo scherzo continuò per parecchi giorni, fino a una notte in cui un lupo venne veramente. Il pastore cominciò a gridare: Al lupo, al lupo!, ma nessuno venne ad aiutarlo perché tutti pensarono che fosse il solito scherzo. Così il lupo divorò tutte le pecore (altre versioni successive all’originale narrano che fu il pastorello a essere divorato)”. Tutti conosciamo la trama, qui esemplarmente riassunta da Wikipedia, della favola attribuita a Esopo. Tutti o quasi tutti pensiamo che l’immagine di una folla inquadrata con il braccio teso nel saluto romano, resa più intimidatoria dall’atmosfera di tenebra in cui è immersa, ricorda il fascismo, cioè la negazione della libertà civile e della democrazia politica unita alla rovina generale in guerra. Bruttissimo ricordo, evocato dall’immagine dell’adunata di Acca Larentia a Roma. L’esito dell’ultima guerra, e qualcos’altro che gli storici si affannano vanamente a spiegare da anni, rende invece un corteo con i pugni chiusi a celebrazione degli ideali della gioventù, per esempio il festaiolo e felliniano serpentone che chiude l’ultimo film di Nanni Moretti in un tripudio di bandiere rosse e di immaginette degli eroi della rivoluzione russa, una innocua testimonianza di buona coscienza progressista, pur essendo la storia del comunismo reale una storia di negazione totalitaria della libertà e della democrazia politica, diversa ma analoga alla storia del fascismo. Comunque la si intenda, la foto delle braccia tese è una brutta foto. Inquieta anche chi non ha mai abbracciato la professione dell’indignato. Ma c’è un problema. Quello di Esopo.

 

 

Acca Larentia è abbastanza chiaramente un’esercitazione e un’ostentazione liturgica di nostalgia, legata alla memoria di vittime della violenza politica che all’epoca appartenevano a un’organizzazione legale ma costituzionalmente discriminata e sempre in sospetto di Partito nazionale fascista rimesso a nuovo. Non rappresenta però, posso sbagliarmi ma non credo, un pericolo politico effettivo, imminente, capace di incidere malamente sulla nostra vita e sulla vita delle istituzioni e regole liberali che abbiamo care. Eppure pericoli simili esistono, e non sono mancati. Basti considerare che, con tutta la buffoneria che si voglia, nel 2018 le elezioni in Italia furono vinte da un partito il cui leader carismatico agitava una parola d’ordine mobilitante, contro la Repubblica parlamentare, di schietta marca squadrista: siete circondati, vi arrestiamo tutti, vi apriamo come una scatola di tonno. Si formò anche un governo sbilenco, con la Lega di Salvini che era specializzata in trucerie varie, e la eco della propaganda dei porti chiusi eccetera fu perfino, nella tentata strage di Macerata, una simbolica riproposizione della virtù del piombo alla caccia del negro.

L’Italia si è liberata presto di quell’incubo, e i danni sono stati nella realtà inferiori al prevedibile. L’Italia è l’Italia, paese del bel canto e del gorgheggio tenorile. Guardiamo allora alla situazione deleteria della Polonia, con il tentativo di impedire che l’elezione di Donald Tusk, europeista e democratico, abbia il suo seguito. Guardiamo perfino alla Germania, dove una destra estrema pasticciata e, quella sì, efficacemente e politicamente nostalgica, è ormai il secondo partito nelle urne. Guardiamo agli Stati Uniti, dove scontando sempre il gigionismo buffonesco di alcuni protagonisti, la campagna di Trump si fonda però sulla promessa della dittatura di un giorno (letterale) e della persecuzione degli avversari, l’evoluzione del famoso Lock her up, sbattetela in galera, che fu dedicato a Hillary Clinton. 

Con tutto il chiacchiericcio dedicato al reducismo a braccio teso di un piccolo gruppo ininfluente di militanti ex missini a Acca Larentia, in procinto di trasferirsi nella cassa di risonanza di Bruxelles, e con l’estensione del bla bla anche alla tifoseria della Lazio tradizionalmente a braccia tese, rischiamo un bel: Al lupo! Al lupo! I pericoli per la democrazia di cui si discute con particolare accanimento in vista del grande anno elettorale 2024 sono una possibilità solida. Anticipare allarmi e proporre geremiadi per atti inconsulti e temerari, ma privi di efficacia politica, è, almeno secondo la morale di Esopo, semplicemente un’imprudenza. E la vociante e inesperta Elly Schlein, giovane e inesperta quanto basta per permettersi di ignorare senza problemi la storia del suo paese, dovrebbe ricordare invece che la parte più solida e razionale della sinistra italiana, comunisti in primo luogo, ha sempre respinto la parola d’ordine dello scioglimento dell’Msi, bandiera morale di minoranze indignate, e che intorno a quella campagna dissennata dell’antifascismo cosiddetto “militante” si generarono lutti atroci tra i quali quelli di Acca Larentia.

 

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  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.