l'uscita
Salvini rimette a posto Zaia sul fine vita: "Anch'io avrei detto no alla legge"
Il segretario della Lega ristabilisce la linea del partito e manda un messaggio al presidente del Veneto: "Non siamo una caserma, ma sono contento sia finita così"
Da una parte cerca di confortarlo, gli dice che "la Lega continuerà la battaglia sul terzo mandato", a lui molto cara. Perché "per noi è un fattore di democrazia". Dall'altra, però, Matteo Salvini al presidente del Veneto Luca Zaia rifila una staffilata non da poco: "Anch'io avrei votato no alla legge sul fine vita". E cioè la legge naufragata ieri in Consiglio regionale del Veneto sotto le spaccature del centrodestra. E bocciata per un solo voto.
E quindi, intervenendo in tv, Salvini ha detto che "fortunatamente la Lega, a differenza di altri, non è una caserma, c'è libertà di pensiero. Per me è bene che sia finita cosi'". Ma le sue dichiarazioni sono apparse un ristabilimento coatto della linea politica della Lega. Visto che solo questa mattina il governatore Zaia in un'intervista al Corriere della Sera aveva espresso tutto il suo rammarico per com'è finita la vicenda. "Qualcuno ha voluto far passare il messaggio, scorretto oltre che sbagliato, che la legge autorizzasse il fine vita. Ma non è così. Questa possibilità esiste già in forza di una sentenza della Corte costituzionale del 2019. Puntava a regolare modalità e tempi", ha detto il presidente del Veneto. Scagliandosi pure contro "l'ipocrisia di chi finge di non vedere che il suicidio assistito c'è già, ma respingono la necessità di una legge per regolamentarlo". Cose che aveva già raccontato a settembre in un'intervista al Foglio.
Adesso quindi Zaia deve accodarsi ai desiderata non solo della sua coalizione e della maggioranza di centrodestra. Ma pure, soprattutto, del suo segretario. Che aveva visto di cattivo occhio l'operazione sul fine vita. E oggi non ha perso occasione per ricordarglielo.