il disegno di legge
Cosa prevede il ddl Beneficenza con cui il governo vuole regolare i "casi Ferragni"
Sul tavolo del Consiglio dei ministri di domani ci sarà anche la bozza del disegno di legge Beneficenza. Così l'esecutivo prova a colmare un vuoto, come promesso dalla stessa premier Meloni
Dopo la stretta annunciata dall'Agcom un paio di settimane fa, ecco che anche il governo è al lavoro per evitare nuovi "casi Chiara Ferragni". Giorgia Meloni lunedì sera da Nicola Porro su Rete4 ha infatti parlato della polemica e delle indagini intorno alla più famosa imprenditrice digitale italiana, che dopo essere stata accusata di truffa aggravata per la vicenda dei pandori, ora deve far fronte a nuovi accertamenti, che si sono estesi anche a molte altre sue iniziative benefiche, tra cui bambole e uova di Pasqua. La premier ha parlato di "un buco in termini di trasparenza nella normativa delle attività commerciali che hanno anche uno scopo benefico", buco nel quale con la normativa vigente è possibile cadere. Per questa ragione sul tavolo del Consiglio dei ministri di domani è attesa anche la bozza del Ddl Beneficenza, che ha lo scopo di riempire questo vuoto.
Il testo si riferisce a tutte le iniziative di beneficenza messe in piedi da qualsiasi imprenditore, fisico o digitale, volte a devolvere a un particolare ente parte dei ricavi ottenuti dalla vendita di un prodotto promozionale. Secondo le bozze circolate fino a questo momento, la legge pensata dal governo impone obblighi di vario tipo, tra cui indicare sui prodotti le finalità dei proventi e il destinatario della beneficenza, l'importo o la quota destinati a quel fine, e introduce multe da 5 a 50mila euro – erogate dall'Antitrust – con la possibilità di sospensione dell'attività commerciale per un anno in caso di violazioni di questi obblighi. Il testo prevede poi l'obbligo, prima della messa in commercio dei prodotti, di indicare all'Autorità competente quelle informazioni obbligatorie, nonché il termine entro cui sarà versato l'importo destinato alla beneficenza ed entro tre mesi dal termine della campagna il produttore o promotore dovrà comunicare all'Autorità il versamento della quota prevista.
In caso di violazione degli obblighi previsti, gli influencer dovranno pubblicare sul proprio sito o sui social il provvedimento sanzionatorio ricevuto dall'Antitrust: "L'imprenditore – si legge nella bozza – pubblica, anche per estratto, i provvedimenti sanzionatori adottati su una apposita sezione del proprio sito internet istituzionale, sul sito del produttore o del professionista destinatario della sanzione, su uno o più quotidiani, nonché mediante ogni altro mezzo ritenuto opportuno in relazione all'esigenza di informare compiutamente i consumatori a cura e spese del produttore o del professionista". Il testo finora circolato sarà sottoposto al parere del Consiglio dei ministri di domani, per cui si trova in una fase preparatoria. L'idea del governo è comunque quella di riempire un vuoto normativo, promettendo, come appunto detto da Giorgia Meloni a Quarta Repubblica, "trasparenza, non divieti".