La conferenza stampa
Meloni replica a Moussa Faki: "Il Piano Mattei non è definito a monte"
La presidente del Consiglio risponde al presidente della Commissione dell'Unione africana che in mattinata aveva detto: "Avremmo voluto essere consultati prima". Per la premier il vertice "è stata una scommessa vinta"
"Anche da quello che dice il presidente Assoumani mi pare che si comprenda l'idea dell'Italia di condividere un percorso che ha in mente, e non di definirlo a monte e consegnarlo a qualcuno. Non avrebbe senso, è qualcosa già visto in passato". La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, durante la conferenza stampa che ha seguito il vertice Italia-Africa che si è svolto oggi a Roma, ha replicato alle osservazioni del presidente della Commissione dell'Unione africana Moussa Faki sul piano Mattei, che nel suo intervento inaugurale questa mattina aveva criticato le modalità d'azione del governo italiano: "Non siamo dei mendicanti. L'Africa vuole perorare un cambiamento di paradigma per un nuovo modello di partenariato, sul piano Mattei avremmo auspicato di essere consultati ”.
Meloni ha dunque festeggiato quella che considera una vittoria: “La scommessa italiana - ha detto con affianco il presidente dell’Unione africana Azali Assoumani, che ha partecipato insieme alla premier alla conferenza stampa - è stata vinta. Posso dirlo senza timore di essere smentita: lo si vede dalla partecipazione significativa di paesi africani a questo vertice, con l’adesione di 46 paesi e la presenza di 13 capi di stato e 9 capi di governo, 5 vicepresidenti e 9 ministri e 25 organizzazioni internazionali. L’approccio italiano - ha proseguito la premier - rifugge qualsiasi tentazione predatoria o paternalistica, si parla tra partner. Le cose di cui abbiamo parlato saranno oggetto di incontri bilaterali che ci consentiranno di approfondire ulteriormente le nostre relazioni”.
La presidente del Consiglio ha quindi cercato di dare concretezza alla conferenza spiegando le priorità del piano Mattei. "Ci sono cinque linee prioritarie di intervento nel piano su alcune questioni che noi consideriamo strategiche che sono l'istruzione e la formazione, la salute, l'acqua, l'agricoltura, l'energia e ovviamente trasversalmente a queste priorità, il tema infrastrutturale, senza il quale è molto difficile realizzare il resto".
Meloni ha quindi elecanto i progetti nei principali nove paesi che hanno partecipato: Kenya, Tunisia, Congo, Costa d'Avorio, Egitto, Mozanbico, Marocco ed Etiopia. Si va da progetti di formazione del personale sanitario, alla costruzione di pozzi e reti di distribuzione per l'acqua. Una parte dei progetti è ovviamente legata alla produzione di energie rinnovabili. "Ci saranno le migliore tecnologie italiane - ha detto Meloni - per coprire trasversalmente interventi e importanti infrastrutture di collegamento soprattuto sul tema energetico perché l’Italia punta ad essere un hub europeo dell’energia anche con quella in eccesso rispetto al bisogno dei paesi africani". Un elenco di interventi concreti, quello di Meloni, che sostanzia la replica a Faki, che questa mattina aveva anche detto: "E' necessario passare dalle parole ai fatti".
Subito dopo Meloni, ha preso la parola il presidente dell'Unione africana Azali Assoumani: "Mi voglio congratulare con le autorità italiane per il successo del vertice sia nella forma che nel contenuto, ora non resta che concretizzarlo". Per Assoumani la cooperazione Italia-Africa può essere win-win anche perché "se i giovani vengono formati non migrano. Allo stesso modo non diventeranno terroristi. I giovani formati, se decideranno di andare in Europa, ci andranno in vacanza".