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Fazzolari: "Navalny? Il responsabile è il Cremlino. Un dovere non abbandonare l'Ucraina"
Il sottosegretario a Palazzo Chigi e braccio destro di Giorgia Meloni: "Se Navalny fosse stato un uomo libero, come doveva essere, con ogni probabilità oggi non sarebbe morto. Da Putin solo disinformazione"
"Il fatto che Vladimir Putin in Italia si sente a casa non è altro che propaganda, soltanto disinformazione". A dirlo è il sottosegretario a Palazzo Chigi Giovanbattista Fazzolari in un'intervista al Messaggero, tracciando quella che è la linea dell'esecutivo sulla guerra in Ucraina e commentando la "stanchezza" percepita dall'Europa e dall'opinione pubblica sul conflitto: "La stanchezza è normale per ogni opinione pubblica che reputa la guerra lontana dai nostri interessi. Finché non entra in casa propria, ci si può illudere che non ci riguardi da vicino. Invece non è così, la guerra scatenata da Putin ci tocca eccome da vicino e sta a noi doverlo spiegare alle persone, anche con queste iniziative", risponde il braccio destro di Giorgia Meloni.
Sulla morte dell'attivista russo Alexei Navalny, Fazzolari crede che sia "assolutamente" colpa del Cremlino: "Il motivo è semplice: se Navalny fosse stato un uomo libero, come doveva essere, con ogni probabilità oggi non sarebbe morto. Al di là dei giudici e dei medici, i fatti sono molto chiari. Se non lo avessero rinchiuso in un carcere in condizioni disumane, per lunghissimo tempo, lui sarebbe ancora tra noi". E sui distinguo legati alla sua morte, il sottosegretario risponde: "La verità è che non potremo mai sapere se è stato esplicitamente assassinato, difficile avere le prove. La questione, ripeto, non cambia. Il governo russo ha una responsabilità diretta per aver fatto morire l’oppositore Navalny in carcere".
Parlando poi di politica interna, Fazzolari torna sulla spaccatura della maggioranza in merito, soprattutto, al terzo mandato: "Non ci sono spaccature. Questa maggioranza è compatta nei fatti, a partire dal sostegno all’Ucraina che non abbiamo mai avuto difficoltà a garantire, come dimostrano le forniture inviate a Kiev e approvate dal Parlamento". Anche la Lega è compatta, afferma ancora il sottosegretario: "La posizione del nostro alleato come del resto della maggioranza è stata chiarita più volte con i voti in aula. E su questa linea garantisce personalmente Giorgia Meloni. Le dirò di più: se al governo ci fosse il campo largo – Pd, Cinque Stelle e sinistra varia – oggi non esisterebbe in Italia una maggioranza a favore del sostegno finanziario e militare all’Ucraina aggredita. Avrebbero già da tempo fermato gli aiuti".