Editoriali
Corsi e ricorsi in Ilva. Le azioni del governo e le inchieste di Milano
La procura ha aperto un fascicolo annunciando che se venisse dichiarata l’insolvenza si potrebbe aprire un fronte penale, con l’ipotesi di reato di bancarotta. Come ai tempi del governo Conte. Un film già visto. Non bello
Il 19 novembre 2019, le macchine della Guardia di Finanza di Milano entrano a sirene spiegate in Ilva. Il tribunale di Taranto aveva imposto ad ArcelorMittal di spegnere l’altoforno 2, poiché i commissari di governo durante la gestione diretta dell’amministrazione straordinaria non avevano ottemperato alle prescrizioni. Mittal annunciò la rescissione del contratto. Il premier Conte e il ministro Di Maio risposero minacciando la “causa del secolo”. Il 15 novembre, quattro giorni prima, i commissari Ilva su richiesta del governo Conte avevano presentato ricorso al tribunale civile di Milano, a ruota il procuratore capo Francesco Greco aprì un fascicolo modello 45 “per verificare se esistano condotte penalmente rilevanti da parte di ArcelorMittal nella rescissione del contratto d’affitto visto il preminente interesse pubblico in campo”.
Poi il governo cambiò idea, Conte e il Pd decisero che lo stato doveva entrare in società con la multinazionale contro cui voleva fare la “causa del secolo” e di quell’inchiesta non si è saputo più niente. Il 9 gennaio scorso il governo Meloni ha rotto con ArcelorMittal e ha incaricato un team di legali di mettersi all’opera. Il giorno dopo: blitz dei Carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) di Lecce in Ilva per un’indagine sulle ipotesi di reato di inquinamento ambientale e getto pericoloso di cose. Non se n’è saputo più niente.
Ieri il ministro Urso, esattamente come Conte tre anni fa, seguendo il modello Casalino ha fatto il classico giro di Taranto: ai cancelli coi i sindacati, visita alle cupole dei parchi minerari, in prefettura con Emiliano. Tutto questo dopo aver annunciato la cacciata di ArcelorMittal attraverso un’amministrazione straordinaria, ancor prima che venisse dichiarato lo stato di insolvenza. Ieri la procura di Milano ha aperto un fascicolo modello 45 annunciando che se venisse dichiarata l’insolvenza si potrebbe aprire un fronte penale: il fascicolo esplorativo potrebbe cioè diventare un’inchiesta con l’ipotesi di reato di bancarotta. Quando la storia si ripete il futuro diventa prevedibile.