La maglietta con Putin sventolata in faccia a Salvini dal sindaco di Przemysl, in Polonia, nel marzo 2022 (LaPresse) 

Il Ppe striglia Salvini: "Si vergognerà delle sue parole sulla vittoria di Putin"

Redazione

"I leader uccisi dell'opposizione non possono spiegargli perché hanno perso", attacca la vicepresidente e responsabile Esteri dei Popolari. Ieri il gruppo ha chiesto ai ministri riuniti a Bruxelles di considerare illegittime "le cosiddette elezioni" russe

“Le elezioni fanno sempre bene e quando un popolo vota ha sempre ragione“, ha detto ieri Matteo Salvini, all'indomani della vittoria elettorale di Vladimir Putin. Dichiarazione incendiaria che Antonio Tajani ha provato subito a raffreddare. “La politica estera la fa il ministro degli Esteri”, ha risposto subito a margine del Consiglio Esteri a Bruxelles. “Le elezioni sono state caratterizzate da pressioni forti, anche violente. Navalny è stato escluso da queste elezioni con un omicidio, abbiamo visto le immagini dei soldati nelle urne, non mi sembra che sia un’elezione che rispetta i criteri che rispettiamo noi”, ha ribadito il vicepremier forzista. Ovvero, in Russia non c'è una vera democrazia.

   

Anche se oggi, intervistato a Radio 24, Tajani ha ammorbidito i toni e sottolineato come nella maggioranza non ci siano divisioni (linea comune a quella della premier, che ha parlato a Rai3), la sua presa di posizione è conforme a quella del suo gruppo all'Eurocamera. Il Ppe ha chiesto ufficialmente ai ministri degli Esteri riuniti a Bruxelles di dichiarare che "Vladimir Putin non è un presidente legittimo della Russia e che le cosiddette elezioni presidenziali non hanno alcuna legittimità".

  

, ha detto via X l'eurodeputata lituana Rasa Juknevičienė, vicepresidente del gruppo e responsabile per gli affari esteri del Ppe.

 

"I leader uccisi dell'opposizione ora non possono spiegare a Matteo Salvini perché hanno perso", ha detto via X l'eurodeputata lituana Rasa Juknevičienė, vicepresidente del gruppo e responsabile per gli Affari esteri dei popolari europei. "Ma la storia risponderà, come ha fatto, con la caduta di tutti i dittatori. E poi, ministro Salvini, lei si vergognerà di queste parole sulla vittoria di Putin".

    

    

Anche dalle istituzioni di Bruxelles la risposta al voto russo (e anche all'uscita del leader del Carroccio) non si è fatta attendere. “Non commentiamo le osservazioni e le dichiarazioni delle singole persone. L’Italia è parte di una dichiarazione dell’Ue a 27 in cui l’Ue espone chiaramente le ragioni per cui gli elettori russi in realtà non hanno avuto la libertà di scegliere liberamente e in un processo equo”, ha detto il portavoce per gli affari Esteri della Commissione europea, Peter Stano. Le elezioni russe “si sono svolte in un contesto molto ristretto, esacerbato anche dalla guerra illegale di aggressione della Russia contro l’Ucraina". E pure l’Alto rappresentante Josep Borrell, parlando a nome dell’Ue, ha spiegato che “la scioccante morte di Navalny nel periodo precedente alle elezioni è un altro segno dell’accelerazione e della sistematica repressione” e che “le elezioni si sono svolte in uno spazio politico sempre più ristretto, che ha provocato un aumento allarmante delle violazioni dei diritti civili e politici, ha impedito la candidatura di molti candidati, compresi tutti quelli contrari alla guerra illegale di aggressione della Russia, e ha privato gli elettori russi di una possibilità scelta reale e limitavano fortemente il loro accesso a informazioni accurate”.