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Meloni alla Camera: "Preoccupa antisemitismo. Missione su Rafah avrebbe conseguenze catastrofiche"
La premier interviene in aula per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo di domani. E risponde a Fratoianni: "Contraria al ripristino dei fondi per l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, serve prima chiarezza"
Da questa mattina è in corso alla Camera dei deputati la discussione parlamentare per le comunicazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo di Bruxelles che si inizierà domani 21 marzo. Dopo il dibattito parlamentare, la premier ha preso parola iniziando il suo discorso con il ricordo di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, la giornalista e l'operatore del Tg3 uccisi in Somalia nel 1994: "Ricorrono i 30 anni dall'agguato che ha spezzato le loro vite. Il loro coraggio è il coraggio delle donne italiane e a lei dobbiamo essere tutti grati, in particolare le donne". Presente, a differenza del dibattito di ieri al Senato, anche il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che dopo qualche minuto e dopo essersi seduto di fianco alla premier ha di nuovo lasciato l'aula.
Nel discorso Meloni ha risposto ai parlamentari di maggioranza e opposizioni e ha ribadito i temi che saranno centrali domani in Europa. Le repliche si sono concentrate sulla guerra in Ucraina, quella in medio oriente e sulla politica estera del governo nei due conflitti internazionali. Presente, poi, il tema del Pnrr.
Cosa ha detto Meloni
In primo luogo la premier ha toccato il tema del sostegno all'Ucraina: "Non è sostenibile la tesi per la quale il governo italiano non ha una posizione chiara in tema di Ucraina. Penso che sia chiaro a tutti che oggi, grazie al fatto che c'è una maggioranza di centrodestra, l'Italia è una nazione che rispetta i suoi impegni. Non potremmo dire la stessa cosa se al governo ci fosse l'opposizione, dove mi pare che ci sia un problema più ampio. Non parlo solo del Movimento 5 stelle ma anche di un Partito democratico che viene a spiegare a noi cosa dobbiamo fare e poi si astiene sull'invio delle armi all'Ucraina", ha specificato.
"È la Russia a non volere la pace – continua la premier –, non tutti coloro che sostengono l'Ucraina. Sembra che nel campo di coloro che aiutano l'Ucraina a resistere a un'invasione ci siano coloro che vogliono la guerra a tutti i costi. Questa cosa mi preoccupa, perché è quello che ho sentito dire a Putin nell'ultimo G20", ha ricordato Meloni. "Putin diceva 'noi vorremmo la pace', gli altri e io ho risposto che la pace è molto semplice, basta che ritiri le truppe dal territorio ucraino. Su questo bisogna essere abbastanza chiari e continuo a ritenere quello che stiamo facendo è propedeutico alla pace".
La premier ha poi toccato il tema della guerra in medio oriente tra Israele e Hamas. Rispondendo a una domanda del deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Nicola Fratoianni, sul ripristino dei fondi all'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), ha specificato: "Non sono d'accordo con il ripristino immediato dei fondi all'Unrwa finché non sarà fatta piena luce su come sono state utilizzate queste risorse. Non è vero che non operano altre organizzazioni a Gaza. Oggi stiamo per stanziare ulteriori risorse nel progetto 'Food for Gaza' per coordinare meglio gli aiuti", ha spiegato Meloni.
È poi tornata sulla missione a Rafah voluta dal premier israeliano Netanyahu: "Penso che ci siano delle cose che vanno fatte e l'Italia ha una posizione chiara su quanto sta accadendo a Gaza. Crediamo nel rispetto del diritto internazionale e crediamo che ci possa essere un ulteriore isolamento internazionale di Israele. Ribadiamo la nostra contrarietà a un'operazione militare di terra a Rafah che potrebbe avere conseguenze catastrofiche sui civili", ha detto la premier. "Mi dispiace di non aver sentito il riferimento ai civili israeliani in diversi interventi che ci sono stati in quest'Italia", ha aggiunto.
Collaterale alla guerra la premier è tornata sul problema dell'antisemitismo, esprimendo la sua opinione su un episodio avvenuto in Piemonte: "Considero preoccupante che il Senato accademico dell'Università di Torino scelga di non partecipare al bando per la cooperazione scientifica con Israele. E lo faccia dopo un'occupazione da parte dei collettivi. Se le istituzioni si piegano a questi metodi rischiamo di avere molti problemi". E ha poi aggiunto: "È da ritenersi preoccupante l'ondata di antisemitismo a cui si sta assistendo in questi giorni in Italia. Particolarmente quando coinvolge le nostre istituzioni".
Infine, la premier ha parlato del Pnrr: "Io non credo che una nazione in cui tutti vogliono remare nella stessa direzione si debba lavorare affinché l'Ue non paghi la rata del Pnrr per poi poter dire che il governo non è capace. Questo vuol dire anteporre gli interessi di parte a quelli della nazione ed è una cosa che io non condivido", ha detto la premier. "Abbiamo ottenuto la terza rata, la quarta e abbiamo inviato gli obiettivi per la quinta e l'Europa dice che siamo la prima nazione per il Pnrr: questi sono i fatti. Mi stupisce che, invece che essere contenti, la cosa vi dispiaccia cosi' tanto".