Alla Camera
Nordio: "La riforma della separazione delle carriere arriverà entro maggio"
Durante il question time il ministro della Giustizia ha parlato della riforma della giustizia e dei suicidi in carcere: "Un fardello di dolore", dice il Guardasigilli. L'ultimo caso domenica scorsa a Torino
Oggi pomeriggio alla Camera dei deputati si è svolto il question time rivolto, tra gli altri anche al ministro della Giustizia Carlo Nordio. Tra i temi sollevati dai parlamentari di maggioranza e opposizione la riforma della giustizia e i tempi per la sua realizzazione, ma anche la situazione delle carceri nel nostro paese considerato l'alto numero di suicidi avvenuti negli ultimi mesi, l'ultimo domenica scorsa.
Nordio: "Riforma in arrivo tra aprile e maggio"
Il ministro Nordio ha risposto a un'interrogazione della Lega in merito ai tempi di realizzazione della riforma della giustizia, che mira, tra le altre cose, ad attuare la separazione delle carriere dei magistrati. Come già spiegato in un'intervista al Foglio, il Guardasigilli ha ribadito: "La separazione delle carriere dei magistrati è nel programma di governo e sarà presentata entro il mese di aprile, al massimo di maggio di questo stesso anno. Sarà consustanziale alla riforma del Csm per ovvie ragioni che una separazione delle carriere comporta due Csm separati. Per fare una riforma radicale occorre cambiare la Costituzione, trattandosi di una revisione costituzionale l'iter sarà ovviamente più lungo e intersecandosi con la riforma del premierato avrà determinati tempi".
Rispondendo poi a un'interrogazione presentata da Forza Italia, Nordio ha parlato anche della modifica alla "Legge Severino": "Siamo sensibili al tema, sin dall'avvio del piano per la riforma della giustizia abbiamo manifestato un orientamento garantista per rendere effettivo il principio della presunzione di non colpevolezza: siamo consapevoli che la criminalità organizzata è in grado di insinuarsi a tutti i livelli. Il governo non cederà di un passo nei confronti della lotta contro la corruzione, contro la criminalità organizzata, contro tutte le forme di malagestione della cosa pubblica e anche di spreco, oltre che di corruzione e mazzette", ha detto.
"Per quanto riguarda la legge Severino – ha poi specificato – noi riteniamo che sia necessaria una rimeditazione che sia finalizzata alla ricerca di un miglior punto di equilibrio tra i valori di pari dignità. Non è all'ordine del giorno ma sicuramente fa parte del nostro interesse. Negli ultimi anni numerosi amministratori locali sono stati messi alla gogna con la diffusione pilotata di informazioni di garanzia per reati inconsistenti. La riforma per l'abolizione dell'abuso d'ufficio è allo studio delle Camere, così come la rimodulazione del traffico di influenze e l'enfatizzazione della presunzione di innocenza attraverso la privacy dell'avviso di garanzia: la revisione non è immediata, ma è comunque un argomento di interesse per il governo".
Nordio: "Suicidi sono un fardello di dolore, ma un fenomeno non nuovo"
"I suicidi in carcere, che si tratti di detenuti o di agenti penitenziari, sono un fardello di dolore che si è sedimentato nel corso di questi anni, poiché purtroppo non è nuovo e non è facile porvi rimedio. Ma qualcosa stiamo facendo", dice Nordio. Il tema è tornato sul tavolo dopo gli ultimi casi di cronaca. La settimana scorsa una donna si è tolta la vita nel carcere della Dozza di Bologna. Mentre domenica scorsa, un 31 enne di origini ecuadoriane si è suicidato nel padiglione A del carcere di Torino. Si chiamava Nuñez Sanchez ed era stato arrestato a fine agosto scorso dopo avere aggredito il padre. Una perizia psichiatrica aveva evidenziato la sua totale incapacità di intendere e di volere, per cui era da mesi in lista d'attesa per essere trasferito in una struttura idonea ad accoglierlo in attesa di un giudizio. Il trasferimento ha impiegato troppo tempo e il giovane si è impiccato in cella dopo aver realizzato un cappio rudimentale.
Il deputato di +Europa Riccardo Magi ha sollevato proprio la questione legata alla salute mentale dei detenuti, legandola anche al loro diritto alla sessualità. Nordio ha risposto spiegando che: "Stiamo lavorando molto alacremente per portare il lavoro in carcere ma soprattutto per trovare degli accordi con delle benemerite associazioni e istituzioni private per trovare il lavoro ai detenuti una volta liberati. Non è sufficiente che i detenuti imparino un lavoro in carcere perché occorre che una volta liberati si liberino del marchio di Caino del detenuto e vengono assorbiti nella società civile, possibilmente attraverso un lavoro che già hanno appreso in carcere", ha spiegato.