L'intervento
Di Pietro: "Decaro lasci fare gli ispettori, Emiliano si è comportato da sceriffo"
Intervistato dall'edizione barese del Corriere della Sera l'ex pm di Mani pulite e leader dell'Italia dei valori difende il ministro dell'Interno Piantedosi: "L'invio di una commissione per approfondire è un atto doveroso". E su Emiliano: "E' un amico, ma il suo racconto è da film western, dove vale la legge del più forte"
"La commissione ispettiva a Bari? È un atto doveroso. Buttarla in caciara e in politica e criminalizzare la decisione di condurre un’ispezione è mettere le mani avanti. Il comune farebbe bene a collaborare perché si tratta di un accertamento preventivo che molto probabilmente si può risolvere a suo favore". E' la difesa che non ti aspetti. A schierarsi con il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi parlando con l'edizione barese del Corriere della Sera è l'ex pm di Mani pulite e ministro Antonio Di Pietro. A Decaro suggerisce di far lavorare gli ispettori del Viminale "anche perché - dice - su di lui metterei la mano sul fuoco" e "il comune è vittima e non complice". Invece Decaro ha risposto con uno show, ta lacrime e manifestazioni di piazza. La scelta del ministero di mandare gli ispettori in comune dopo l'indagine sulle presunte infiltrazioni della criminalità organizzata nella municipalizzata dei trasporti baresi che ha coinviolto anche una consigliera comunale è stata definita dal sindaco Pd "un atto di guerra". "Mi sembra che la reazione di Decaro, che rispetto, manifesti un pregiudizio verso la commissione ispettiva. Penso che sarebbe più utile, coadiuvare l’ispezione", dice Di Pietro.
All'ex leader dell'Italia dei valori non convincono nemmeno gli argomenti di chi, da sinistra, ha sottolineato gli incontri tra alcuni esponenti di centrodestra e Piantedosi durante i quali il ministro sarebbe stato pressato per intervenire sul comune di Bari. "Usciamo dall’ipocrisia", dice Di Pietro. "Se i parlamentari, sia di maggioranza sia di opposizione, parlano con il governo è una classica attività parlamentare di stimolo. A me interessa la sostanza, non chi ha posto il problema. La questione è: è vero o no che c’è una zona d’ombra? A mio avviso, con una municipalizzata così coinvolta, andare a fare un riscontro, alla luce dell’improvvida uscita del mio amico Michele Emiliano, non mi sembra che sia una prevaricazione". Eh si perché l'ex pm ne ha anche per il governatore pugliese, passato come lui dalle procure alla politica. "L’affermazione del mio amico Emiliano - dice - confligge con quanto deve fare un’istituzione che di fronte al mondo del crimine non è quello di trovare un accordo o di fare lo sceriffo della situazione". Questo perché "a prescindere dal fatto in sé, se l’incontro c’è stato o meno, se dice che è andato a interloquire con quelle persone è come se facesse il gioco del più forte, da film western".
DI Pietro comunque è prodigo di consigli anche verso il ministro Piantedosi: "Se fossi al governo - dice sempre al Corriere - mi impegnerei affinché questa ispezione si concluda il primo possibile. Se la si vuole buttare in politica, l’ispezione potrebbe galleggiare per tutta la campagna elettorale e questo non lo condividerei, un atto amministrativo legittimo, usato in modo strumentale, diventerebbe abusivo".