(foto Ansa)

il botta e risposta

Tavares: "L'addio di Stellantis dall'Italia è una fake news". Urso: "Diano rassicurazioni"

Redazione

L'ad del gruppo automobilistico dopo l'incontro con i sindacati, definito "costruttivo": "Non abbiamo alcuna intenzione di lasciare il paese". E sull'esecutivo: "Chi vuole introdurre competizione cinese se ne assumerà la responsabilità". La replica del ministro: "Sono loro a doverci rassicurare sul fatto che siamo un paese strategico per il loro sviluppo"

E' una specie di botta e risposta quello di oggi tra l'amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares e il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Che oggi sono tornati a pungersi a distanza. Il primo era a Torino, dove ha incontrato i sindacati dell'automotive (un vertice definito "costruttivo", anche se le sigle hanno lamentato la carenza di discorsi di prospettiva) e ha inaugurato un nuovo impianto per la produzione di trasmissioni elettrificate per veicoli ibridi e Phev proprio per Stellantis. Ed è da quel contesto che ha voluto togliersi qualche sassolino dalle scarpe: "In Italia ci sentiamo a casa, siamo i leader di questo mercato con più del 34 per cento. Non abbiamo intenzione di andare via dall'Italia, crediamo in questo paese abbiamo capacità, idee e progetti per tenere fede ai nostri impegni", ha detto Tavares. Che ha tirato una frecciata nei confronti del ministro Urso, per senza mai nominarlo: "Chi dice che vogliamo andarcene dice fake news e le fake news aprono la finestra per fare entrare i cinesi. Non ce ne andiamo, anzi rafforzeremo la nostra leadership nel Paese, per questo non posso che supplicarvi di smetterla con le fake news".

Sempre a proposito della possibilità di far entrare nel mercato italiano dell'automotive aziende cinesi, ipotesi prospettata proprio dallo stesso Urso, Tavares ha aggiunto: "Introdurre un nuovo competitor in Italia, molto aggressivo sui prezzi come potrebbero essere i cinesi, prenderebbe di mira e andrebbe a colpire direttamente i leader di mercato, ovvero noi. Questo potrebbe metterci sotto pressione e quindi avremmo diverse strade da percorrere, potremmo provare ad accelerare la produttività ma un nuovo competitor porterebbe uno spezzettamento del mercato. Un nuovo competitor potrebbe farci perdere vendite, quindi quote di mercato, e quindi la produzione potrebbe calare e noi potremmo avere bisogno di meno impianti. Introdurre un concorrente cinese sul mercato sarà una grande minaccia per Stellantis ma noi combatteremo perché abbiamo professionalità, persone pronte e fantastiche, tecnologie, piani e mezzi ma quando si combatte ci possono essere vittime quindi non aspettatevi che usciremo vincitori senza cicatrici''. 

A stretto giro è arrivata la risposta di Urso, impegnato in un evento del Sole 24 ore. "È Stellantis che deve rassicurare l'Italia sul fatto che l'Italia sia un paese strategico per il suo sviluppo. Quando il Governo lo ha proposto a Tavares di produrre un milione di auto all'anno in Italia, l'obiettivo è stato da lui condiviso, quindi ora non è più un obiettivo del Governo ma di Stellantis quello di arrivare a questo numero nel più breve tempo possibile, che deve essere in un arco di tempo più breve del 2030", ha detto il titolare delle Imprese. Aggiungendo pure, a proposito dell'ingresso nel mercato di nuovi player, che "ove Stellantis riuscisse, e ce lo auguriamo tutti, a raggiungere il milione di veicoli in un tempo che secondo me dovrebbe essere prima del 2030, questo divario sarebbe ridotto, ma non assolutamente colmato. L'Italia è l'unico Paese ad avere un'unica casa automobilistica. Altri paesi che hanno 4, 5, 6, 7 case come Germania, Polonia, Slovacchia e anche Francia. La conseguenza è che il divario fra auto prodotte in Italia a spanne 450 mila e auro immatricolate 1,5 milioni, è un divario enorme che esiste solo in Italia. In molti paesi che vi ho citato producono più auto di quelle immatricolate. È un'anomalia italiana che va colmata".

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