il vertice
Meloni in Tunisia da Saied: "Lavoriamo insieme contro gli schiavisti del terzo millennio"
E' la quarta visita della premier nel paese nordafricano, con lei i ministri Piantedosi e Bernini e il viceministro Cirielli. Firmati accordi su energia, piccole e medie imprese e università. Centrale il tema migratorio. La premier: "Grazie alle autorità tunisine"
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è atterrata questa mattina all’aeroporto di Tunisi-Cartagine. È la quarta visita della premier in Tunisia in meno di un anno, ma – come sottolineano fonti di Palazzo Chigi – la prima nell’ambito del Piano Mattei. Al centro dell'incontro con il presidente Kais Saïed c'è la cooperazione tra i due paesi a livello economico, energetico e migratorio - sia nell'ambito di contrasto alle partenze irregolari, sia per quanto riguarda gli arrivi legali, per motivi di lavoro. "Lavoriamo insieme contro gli schiavisti del terzo millennio", ha detto la premier dopo il bilaterale con Saied in una dichiarazione alla stampa, in cui si è detta soddisfatta della collaborazione tra i due governi, avvantaggiata anche "da una relazione personale tra me e il presidente Saied".
Ad accogliere Meloni al Palazzo presidenziale di Cartagine, il capo del governo Ahmed El Hachani, il ministro degli Affari esteri, dell’Immigrazione e dei tunisini all’estero Nabil Ammar, e l'ambasciatore italiano Alessandro Prunas. In missione con la premier ci sono anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, quello dell’Università e della Ricerca Annamaria Bernini e il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli.
Il vertice odierno è stata l'occasione – proprio nell'ambito del Piano Mattei, rispetto al quale la Tunisia è considerata "un paese prioritario", come spiegano dal governo – per mettere nero su bianco un accordo relativo al sostegno diretto del bilancio dello stato tunisino in materia di efficienza energetica e di energie rinnovabili; una linea di credito a favore delle piccole e medie imprese tunisine e un protocollo d’intesa tra ministro dell’Università e della ricerca italiano e l’omologo ministero tunisino. "Accordi – ha detto la premier – che raccontano come questa relazione bilaterale sia politica ma fatta da passi molto concreti".
Nelle prossime settimane, ha anticipato Meloni, saranno in Tunisia anche i ministri Guido Crosetto, Gennaro Sangiuliano e Giuseppe Valditara per valutare forme di cooperazione rispettivamente sui temi della Difesa, della Cultura e dell'Istruzione.
Come sottolinea Palazzo Chigi, Tunisi è "un tassello fondamentale della stabilità del Mediterraneo e del Nord Africa" e per questo l'Italia è "attiva nel promuovere relazioni positive tra l’Unione europea e la Tunisia a sostegno del Memorandum firmato nel luglio 2023". Alla Tunisia, che ha i conti pubblici dissestati, l'Unione europea si è impegnata a versare un primo pacchetto di aiuti da 150 milioni di euro, anche se il Parlamento europeo ha sollevato la questione dei diritti umani come condizionalità per l'erogazione. Un discorso analogo a quello che riguarda l'Egitto. Meloni ha rivendicato la spinta italiana come fattore determinante per questo approccio europeo.
Per il governo italiano, cruciale è la gestione dei flussi migratori: un dossier che inizia a preoccupare anche in chiave elettorale, mentre si avvicinano le elezioni europee. Ma sul punto le criticità non mancano, come abbiamo analizzato qui.
"La cooperazione in materia migratoria rimane un aspetto centrale del rapporto tra Italia e Tunisia e continua ad esservi un forte sostegno a livello bilaterale e Ue per gli sforzi in corso da parte tunisina", spiega Palazzo Chigi. "Resta fondamentale che le autorità tunisine continuino nella loro azione di contrasto al traffico e alla tratta di esseri umani e di contenimento delle partenze irregolari", è l'auspicio. Meloni ha ringraziato le autorità per il lavoro svolto contro i trafficanti e ha precisato: "La Tunisia non può diventare il paese d'arrivo dei migranti che arrivano dal resto d'Europa: su questo va rafforzata la cooperazione, vanno coinvolte le organizzazioni internazionali, aumentati i rimpatri. Vogliamo lavorare sui flussi regolari – ha poi aggiunto la premier – perché ci sono 12mila cittadini tunisini formati che possono venire in Italia"
Da punto di vista energetico, verrà anche approfondito infine il progetto strategico che riguarda il cossidetto cavo elettrico sottomarino ELMED, "il primo a connettere le reti elettriche di Africa ed Europa, apripista di futuri ulteriori investimenti nel campo delle energie rinnovabili".