Francesco Lollobrigida - foto Ansa

Editoriali

Francesco Lollobrigida e la sovranità nel piatto

Redazione

Dal formaggio alla carne sintetica: il cognato d'Italia ce la mette tutta nel mostrare la sua volontà di condizionare, se non determinare, cosa gli italiani devono mangiare. Serve un ministro della Libertà alimentare

C’era da immaginarselo già dalla scelta del nome del suo dicastero – ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare – che Francesco Lollobrigida volesse decidere cosa devono mangiare gli italiani. “Vorrei imporre un piatto dedicato al formaggio nei menù degli esercizi di ristorazione”, ha detto il ministro al Gambero Rosso, durante una visita allo stand del Vinitaly. Poi Lollobrigida ha rettificato, dicendo che non vuole introdurre un obbligo: “Non c’è alcuna imposizione intesa come obbligo di legge, ma sollecitazione a valorizzare i nostri eccellenti formaggi”. Ma resta evidente questa idea di voler indirizzare, condizionare se non determinare le scelte alimentari degli italiani: la battaglia contro la farina d’insetti, il divieto preventivo alla carne sintetica, il divieto di meat sounding per i prodotti vegetariani, l’uscita sui poveri che “mangiano meglio dei ricchi”. Poche settimane fa Lollobrigida ha detto che è giusto “pagare 30 euro una bottiglia di olio di qualità” perché “se la paghi 5 euro non hai bevuto salute”, evidentemente non rilevando alcuna contraddizione con la sua tesi secondo cui i poveri mangiano meglio dei ricchi.
 

In ogni caso, il tentativo della politica di decidere le scelte alimentari dei cittadini è trasversale. Cirinnà (Pd) voleva imporre l’obbligo di offrire menù vegani, Busto (M5s) voleva l’obbligo nelle mense di un menù esclusivamente vegetale una volta a settimana, il M5s voleva vietare l’olio di palma, per non parlare degli Ogm. Qualche anno fa, l’Istituto Bruno Leoni raccolse in uno studio, dal titolo “Panem et salutem”, almeno una ventina di proposte di legge alimentari depositate in Parlamento per “educare” gli italiani. Il paternalismo alimentare della destra è patriottico-nazionalista, quello della sinistra ambientale-salutista. Gli individui sono riusciti con fatica a cacciare lo stato dalla camera da letto, ora devono difendere anche la camera da pranzo.

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