Editoriali

Il Movimento 5 Stelle in tilt tra transizione verde e rincari dei combustibili fossili

Redazione

I grillini vogliono "la botte piena e la moglie ubriaca". Tagliare i sussidi ambientali dannosi (Sad) ha come conseguenza il rincaro dei combustibili fossili: per questo è impossibile ridurre i costi dei carburanti e allo stesso tempo incentivare la transizione verde

I pugliesi dicono “a tie te piace a utte china e la muiere mbriaca” (ti piace la botte piena e la moglie ubriaca). I genovesi che “sciûsciâ e sciorbî no se pêu” (non si può soffiare e succhiare contemporaneamente). Quindi, sia i pentastellati tendenza Giuseppe Conte sia quelli tendenza Beppe Grillo dovrebbero avere gli strumenti concettuali per comprendere che non si può avere tutto. Non si capisce, allora, come il M5s possa chiedere al governo – per mezzo di un ordine del giorno firmato da Chiara Appendino, uno dei nomi più rappresentativi della squadra alla Camera – di incentivare la transizione ecologica e, contemporaneamente, di agire per mitigare i rincari della benzina e del gasolio. Il settore dei trasporti contribuisce per circa un terzo alle emissioni di CO2 italiane. Gli aumenti dei prezzi dei carburanti costituiscono un incentivo implicito a utilizzarne di meno o sostituirli con tecnologie a minore impatto ambientale. I grillini, quindi, dovrebbero esultare ogni volta che il costo del pieno si appesantisce.
 

Non solo: come ha ricordato il parlamentare di Italia Viva Luigi Marattin, i grillini non mancano mai di invocare la cancellazione dei Sussidi ambientalmente dannosi (Sad). Ma questi sussidi ambientalmente dannosi altro non sono che sgravi fiscali sul prezzo di quegli stessi carburanti: per esempio gli sconti sul gasolio per agricoltori e autotrasportatori e, secondo la bizzarra metodologia utilizzata dal ministero dell’Ambiente nel suo catalogo, persino il differenziale nelle accise gravanti su benzina e gasolio (circa 11 centesimi al litro). Quindi, ogni volta che si invoca il taglio dei Sad, si sta suggerendo un rincaro dei combustibili fossili. Possono esserci ottime ragioni ambientali per desiderarlo, ma allora non si può poi battagliare contro ogni rincaro. Insomma: il M5s deve decidere se preferisce tagliare i Sad (nonostante il costo sociale e politico di tale misura) oppure tenersi buoni gli automobilisti, gli agricoltori e gli autotrasportatori (con buona pace dei Sad).