editoriali
Festeggiare il 25 aprile con la Nato
Perché promuovere al Quirinale una consultazione permanente tra forze atlantiste
La commemorazione del 75° anniversario della fondazione della Nato, avvenuta qualche giorno fa, è stata caratterizzata da un intervento impegnato e impegnativo di Sergio Mattarella. I punti essenziali sono stati questi: il valore dell’alleanza come carattere costitutivo dell’identità nazionale, l’esigenza che si presti eguale attenzione al fronte orientale e a quello mediterraneo dell’alleanza, l’invito a rafforzare la parte europea con un impegno comunitario anche in ambito militare. L’adesione alla Nato è sempre stata una discriminante nella vicenda politica italiana: il Psi entrò nel governo dopo aver ripudiato il precedente neutralismo, il Pci entrò nella maggioranza del compromesso storico dopo che Enrico Berlinguer ebbe spiegato che anche il Pci si riteneva più sicuro sotto l’ombrello della Nato, gli eredi del Msi entrarono nelle coalizioni di centrodestra dopo aver abbandonato le, peraltro deboli, opposizioni alla Nato.
Oggi, come fa intendere anche la telefonata scambiata tra la segretaria del Pd e la premier alla vigilia del confronto nel G7 sulla strategia dell’occidente, l’area “atlantica” è più ampia della maggioranza parlamentare che sostiene il governo. Questo stato di fatto potrebbe suggerire di dare una base più solida e permanente a un confronto che renda le questioni della collocazione internazionale dell’Italia in qualche modo autonome dalle fisiologiche controversie tra maggioranza e opposizione sulla politica economica e sociale interna. Forse si può pensare a qualche forma di consultazione permanente sulle questioni di politica internazionale fra tutte le formazioni, dai centristi al Pd ai Radicali, oltre ovviamente alle formazioni di centrodestra, che si sentono impegnate nella difesa e nel rafforzamento della Nato. Non è difficile trovare una sede istituzionale apposita, senza preoccuparsi che questo venga interpretato come un abbassamento del livello della dialettica tra maggioranza e opposizione. Il consenso ampio alla collocazione internazionale è un elemento di forza dell’Italia, come ha sottolineato Mattarella, ed è nell’interesse di tutti quelli che lo condividono dargli una visibilità e una struttura minima che sarebbe replicata anche in caso di cambiamenti della maggioranza in futuro.