editoriali

Mattarella e la Liberazione dagli antisemiti

Redazione

Il presidente depreca il razzismo, ma  il razzismo era in piazza il 25 aprile

Il presidente della Repubblica ha commemorato la Liberazione con un discorso pronunciato a Civitella in Val di Chiana, località in cui avvenne una orribile strage di civili per mano dei nazisti. Mattarella ha insistito soprattutto sui valori etici, sui sentimenti di umanità che hanno animato la Resistenza, contrapposti alla mancanza di pietà che caratterizzava il comportamento degli occupanti tedeschi e dei loro sostenitori repubblichini. Non ha mancato di sottolineare, tra le ragioni che hanno reso intollerabile il fascismo, l’obiettivo di instaurare “un nuovo ordine mondiale… fondato sul dominio della razza, sulla sopraffazione e, addirittura, sullo sterminio di altri popoli”. Ha poi ricordato le “decorazioni degli ebrei nei campi di sterminio”, oltre ad annoverare tera le più nobili attività degli antifascisti, la “falsificazione di documenti per salvare ebrei dalla deportazione”. Ha condannato fermamente “la dittatura spietata che, lungo l’arco di un ventennio, aveva soffocato i diritti politici e civili, calpestato le libertà fondamentali, perseguitato gli ebrei e le minoranze”.

 

Il fatto di avere, nel corso di un breve intervento, insistito tante volte nel deprecare il razzismo e la persecuzione degli ebrei, certamente non casuale, fa capire quanto sia distante dal pensiero del Presidente la sequel di ignobili gazzarre e aggressioni che si stavano verificando contemporaneamente a Roma e sarebbero state inscenate poche ore dopo a Milano contro i partigiani della Brigata ebraica. In questi episodi si è espresso un odio, una spietatezza che sono l’esatto contrario dello spirito della Resistenza evocato da Matterella. Gli insulti irripetibili lanciati da sedicenti antifascisti contro gli ebrei, come si vede nelle registrazioni impressionanti della manifestazione milanese, sono una testimonianza di come il fanatismo possa nuovamente diventare un pericolo per la convivenza civile e la democrazia. Altro che antifascismo.