Il caso
La ministra Roccella contestata agli Stati generali per la Natalità: salta l'intervento
Un gruppo di manifestanti ha rivolto fischi e slogan pro aborto nei confronti della ministra, che ha deciso di lasciare l'evento: "Censura vera. Spero che i podisti della libertà avranno parole di solidarietà". Meloni: "Spettacolo ignobile. Tutte le forze politiche condannino senza se e senza ma. È ora di dire basta"
La ministra per la Famiglia e le pari opportunità Eugenia Roccella è stata contesta agli Stati generali per la Natalità, in corso all'Auditorium della Conciliazione a Roma. L'intervento della ministra era previsto in mattinata, ma quando la ministra ha preso la parola un gruppo di manifestanti ha cominciato a rivolgerle fischi e urla. "Sul mio corpo decido io" e "Vergogna, vergogna", "il governo nega il diritto all'aborto", erano alcuni degli slogan pronunciati dai manifestanti, uno dei quali è anche salito sul palco dell'Auditorium della Conciliazione per leggere una lettera che criticava Roccella e il governo: "Sui nostri corpi, decidiamo noi. L'attuale governo decide di convocare questo convegno mentre nessuno del governo, in un anno, ha risposte alle nostre richieste. Non ci stiamo alla triade Dio-padre-famiglia", ha detto. A quel punto la ministra ha provato a riprendere la parola ma la contestazione è andata avanti. Così l'organizzatore degli Stati generali per la Natalità, Gigi De Palo, ha annunciato che "la ministra è andata via e tornerà in un altro momento, sperando anche che questo faccia calmare gli animi. Vedremo domani o nei prossimi giorni se riusciremo a recuperare". De Palo ha anche aggiunto che "questo evento è stato organizzato con associazioni, scuole, risorse, nottate, vi chiedo - ha proseguito rivolgendosi ai giornalisti - di aiutarci a dare il giusto peso alle notizie. Facciamo una pausa di 10 minuti e speriamo di non buttare tutto il lavoro che c'è dietro questo evento", specificando che non è un appuntamento organizzato dal governo.
Nel corso della mattinata il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha telefonato alla ministra Roccella, per esprimerle "solidarietà per quanto accaduto", sottolineando inoltre che “voler mettere a tacere chi la pensa diversamente contrasta con le basi della civiltà e con la nostra Costituzione”.
Nel frattempo Roccella ha pubblicato un post su Facebook per commentare l'accaduto: "Sono certa che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali - Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio, ecc. -, la “grande stampa” e la "stampa militante" che abbiamo visto in queste ore mobilitata in altre sedi, avranno parole inequivocabili di solidarietà nei miei confronti dopo l’atto di censura che questa mattina mi ha impedito di parlare agli Stati generali organizzati dalla Fondazione per la Natalità per svolgere il mio intervento e anche per rispondere ai contestatori-censori e interloquire con loro", ha scritto la ministra sui social. "Sono certa che i podisti della libertà e della democrazia non si faranno sfuggire questa occasione per dimostrare che l’evocazione del fascismo che non c’è, alla quale abbiamo assistito in queste settimane, non era solo una sceneggiata politica pronta a svanire di fronte alle censure vere".
Alla ministra Roccella è arrivato il sostegno di vari esponenti del governo e in particolare quello della premier Giorgia Meloni. "Piena e incondizionata solidarietà. Lo spettacolo andato in scena questa mattina è ignobile. Ancora una volta è stato impedito ad un Ministro della Repubblica di intervenire e di esprimere le proprie idee. Responsabile un gruppo di contestatori che si riempiono la bocca delle parole libertà, rispetto e autodeterminazione delle donne, ma poi amano la censura e impediscono ad una donna di parlare perché non ne condividono le idee. Mi auguro che tutte le forze politiche abbiano il coraggio di esprimere solidarietà al Ministro Roccella e di condannare, senza se e senza ma, i fatti di oggi. È ora di dire basta".
Nel corso della giornata sono previsti anche gli interventi del ministro degli Esteri Antonio Tajani e del presidente del Movimento cinque stelle Giuseppe Conte.