Antonio Tajani e Giancarlo Giorgetti - foto Ansa

Tensioni in maggioranza

Dopo il Superbonus, ora Tajani e Giorgetti litigano anche sulla Sugar Tax

Nicolò Zambelli

Un emendamento al decreto Superbonus introduce la tassa sulle bevande zuccherate dal prossimo primo luglio. Il leader di Forza Italia: "Per noi è una sorpresa. Non va bene, siamo comunque contrari ad altri aumenti sulle tasse"

Le tensioni in maggioranza raddoppiano. Dopo le divergenze della scorsa settimana tra il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti sul Superbonus, ora nei partiti al governo si discute anche sulla Sugar Tax, la tassa sulle bevande dolcificate e zuccherate. Nei giorni scorsi è stato presentato un emendamento che prevede l’entrata in vigore della tassa sulle bevande analcoliche già dal prossimo primo luglio. Ma Forza Italia, che è "da sempre" contraria a quest'imposta, è pronta a dar battaglia insieme alle imprese del settore: il vicepremier Tajani, in un'intervista al Corriere della Sera, ha spiegato la sua posizione: "L’ha proposta con un emendamento il Mef, ma per noi è stata fatta a sorpresa. Non va bene e noi siamo comunque contrari ad altri aumenti sulle tasse".
 

La Sugar Tax è stata introdotta nella legge di Bilancio del 2020, ma non è mai stata introdotta nel sistema fiscale. Nel corso degli ultimi mesi il governo Meloni ha modificato l'aliquota dell'imposta, dimezzandone la portata con l'ultimo emendamento al decreto Superbonus: dal primo luglio di quest'anno dovrebbe passare dalla formula piena, cioè di 10 euro per ettolitro (10 centesimi di euro per litro) a 5 euro per ettolitro (5 centesimi di euro per litro). Questo dimezzamento avrebbe effetto solo per due anni, fino al 2026, quando l'aliquota tornerebbe ad avere la sua formula piena di dieci euro a ettolitro. Tajani, sempre nell'intervista al Corriere della Sera, ha spiegato la posizione di Forza Italia: "La Camera con il parere favorevole del governo ha approvato un ordine del giorno per rinviare di un paio di anni la Sugar tax. Quindi, ripeto, parere favorevole dell’esecutivo. Se dovesse passare l’aumento del Mef il costo delle bevande si alzerebbe, le aziende vedrebbero contratte le vendite, si perderebbero posti di lavoro".
 

Nei giorni scorsi anche il sindacato Assobibe, che riunisce i produttori di analcolici, ha definito la notizia come una "doccia fredda" per aziende e produttori e che si tratta di "una tassa inutile e dannosa, che anche dove formulata meglio di così non ha prodotto gli effetti sulla salute per cui è stata pensata". Sempre Tajani ha spiegato la sua posizione in linea con quella delle aziende: "Se si perdono posti di lavoro, se si aumentano le tasse, chi ci perde? Io non difendo nessun interesse corporativo, io difendo il lavoro, difendo il sistema italiano e difendere le aziende significa difendere cittadini e lavoratori".
 

Le tensioni all'interno della maggioranza si aggiungono a quelle legate al Superbonus. Con un emendamento all'omonimo decreto il ministro Giorgetti ha deciso di spalmare i crediti del bonus edilizio su dieci anni con una norma retroattiva. Una scelta che è stata apertamente contestata da Tajani ma sulla quale, dice, "non hanno mai litigato". Sempre al Corriere della Sera il vicepremier ha chiarito la sua posizione: "Voglio solo vederci chiaro: nella nostra civiltà giuridica non esistono norme retroattive, mentre queste proposte del Mef sono retroattive, siamo a metà anno e non era stato deciso così", dice, aggiungendo: "L'emendamento del Mef prevede di dettare nuove regole anche per i primi sei mesi del 2024, che ormai sono quasi del tutto trascorsi. Avrebbe un valore retroattivo. Ma la retroattività delle norme mette a rischio la credibilità delle istituzioni, significa allontanare investitori in un paese che diventa poco affidabile. Dobbiamo anche tenere conto di chi ha rispettato le regole. Non bisogna farne un caso di stato, ma io non sono mai stato consultato".