Il caso
Per Toti anche la grana Covid: "Dati gonfiati". Cresce il pressing per farlo dimettere
Il presidente della Liguria è indagato anche per "falso": avrebbe modificato il numero dei contagi per ottenere più vaccini. E ora anche da Forza Italia paventano il passo indietro
Un'altra grana per il presidente della Liguria Giovanni Toti. La procura indaga su di lui e sul suo capo di Gabinetto Matteo Cozzani con l'accusa di falso. Secondo gli inquirenti avrebbe aumentato il numero dei casi di Covid conteggiati nella sua regione per ottenere più vaccini. Stando a quanto emerso finora dalle indagini, l'amministrazione guidata da Toti avrebbe quindi rivisto al rialzo il numero dei positivi per ottenere una maggiore copertura nella campagna vaccinale. Informazioni che però si sarebbero subito scontrare con la struttura all'epoca guidata dal generale Francesco Paolo Figliuilo, che è stato commissario straordinario per l'emergenza Covid.
Un nuovo filone di accuse che rende ancora più periclitante la posizione del presidente della Liguria, che nel frattempo si è sospeso ma è ancora indeciso se dimettersi o meno dalla carica. Intanto dalla maggioranza continuano a muoversi in ordine sparso sulla vicenda. Mentre la Lega continua a difendere a spada tratta Toti, perché dimettersi sarebbe "una resa", come la definisce Matteo Salvini, da Fratelli d'Italia sono molto più cauti. E danno al governatore una scadenza per poter spiegare la propria posizione. Questo perché come ha detto il responsabile organizzazione del partito Giovanni Donzelli al Foglio, "una regione non si governa a metà". Nel mezzo la posizione di Forza Italia, che si professa garantista ma in qualcuno dei suoi esponenti inizia a paventare le dimissioni di Toti. "Saprà valutare se c’è l’impossibilità di continuare l’impegno politico e sarà lui a fare un passo indietro", ha detto il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè.