Proposte e proteste
"Armi Nato per colpire in Russia". Così Stoltenberg si inimica governo e opposizione in Italia
La proposta dal segretario dell'Alleanza atlantica trova il muro di Meloni, Crosetto e Tajani. La Lega pronta a depositare un'interrogazione parlamentare. Pd e M5s appoggiano le posizioni della maggioranza
In un'intervista all'Economist, il segretario generale della Nato Jens Stontelberg ha invitato i componenti dell'Alleanza atlantica che forniscono armi all'Ucraina a "valutare" di porre fine al divieto di utilizzarle per colpire obiettivi militari in territorio russo. Un'idea che ha suscitato non poche polemiche a livello internazionale e che ha lasciato perplesso anche il governo italiano: la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha oggi invitato alla "prudenza".
Rispondendo alla domanda dell'Economist: "Lei chiede agli Stati Uniti di eliminare le restrizioni all'uso delle armi americane sul territorio russo?", Stoltemberg ha spiegato: "Credo che sia giunto il momento per gli alleati di valutare se revocare alcune delle restrizioni imposte sulle armi donate all'Ucraina, perché si tratta di un'aggressione bellica da parte della Russia contro Kyiv, che ha il diritto di difendersi e questo include anche il colpire obiettivi in territorio russo".
Il bombardamento russo di ieri sul centro commerciale di Kharkiv, per esempio, è stato effettuato utilizzando bombe plananti, che possono essere sganciate da aerei a grande distanza e controllate da remoto per raggiungere il bersaglio. Da mesi questo genere di ordigni viene impiegato in maniera regolare da Mosca per colpire obiettivi nella zona di Kharkiv. le bombe vengono sganciate da aerei che spesso non superano nemmeno il confine.
Giorgia Meloni ha commentato la proposta del segretario della Nato. Ospite a "Mezz'ora in più" su Rai 3, la premier ha invitato alla prudenza: "Non so perché Stoltenberg dica una cosa del genere. Bisogna essere molto più prudenti. Sono d’accordo sul fatto che la Nato deve mantenere la sua fermezza, non deve dare segni di cedimento, ma in generale io consiglio maggiore prudenza. Sono state molte le dichiarazioni discutibili, ricordo quelle di Macron...", ha detto Meloni, in riferimento all'ipotesi del presidente francese di intervenire "boots on the ground" in Ucraina. Meloni ha comunque ribadito l'importanza che la Nato "continui a mantenere il sostegno all’Ucraina per raggiungere la pace. È come se chi sostiene l’Ucraina vuole la guerra e chi invece non la sostiene vuole la pace. Io penso sia esattamente il contrario. Se noi avessimo consentito quella guerra imperialista, la guerra sarebbe arrivata più vicina a noi. Chi ha aiutato l’Ucriana sta fermando la guerra", ha sostenuto.
Nel week end hanno commentato anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani e quello della Difesa Guido Crosetto. "Non manderemo nessun soldato italiano in Ucraina, non useremo i nostri strumenti militari per sparare in Russia. Le decisioni vengono prese dalla Nato tutti insieme. Noi siamo già d'accordo con gli ucraini che tutti i nostri strumenti militari, e noi ne controlliamo l'uso, non possono essere utilizzati al di là dei confini dell'Ucraina", ha detto il leader di Forza Italia trovandosi d'accordo con il suo collega titolare della Difesa. Crossetto in un'intervista alla Stampa ha proprio criticato il modo in cui questa proposta è stata annunciata: "Non esiste un segretario Nato o una nazione che decide la linea per tutte le altre. E questo vale per Stoltenberg ma vale anche per Macron, quando ha detto 'manderemo i nostri soldati in Ucraina'. La Nato si muove, e si muoverà nell'incontro che avremo a Washington a luglio, portando dei progetti, dei piani, delle idee. Le singole spinte valgono poco".
Più dura è invece la Lega, e il suo leader Matteo Salvini. "Stoltenberg o ritratta o chiede scusa o si dimette", ha detto il ministro dei Trasporti durante un evento elettorale a Napoli, aggiungendo: "Noi dobbiamo difendere l'Ucraina aggredita e lo stiamo facendo sin dal primo minuto, ma non siamo in guerra contro nessuno". Il partito è pronto a depositare un ordine del giorno o una interrogazione finalizzata a censurare le parole del segretario generale della Nato. Il primo firmatario il senatore Claudio Borghi, candidato alle prossime elezioni europee, che ha spiegato all'Adnkronos: "Con il primo strumento disponibile depositeremo un testo parlamentare per invitare il governo a censurare le parole di Stoltenberg che, senza alcun mandato per farlo, ha previsto un utilizzo offensivo e non difensivo degli aiuti militari mandati a Kiev a supporto dell'Ucraina".
Dall'opposizione, poi, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha spiegato: "Il sostegno a Kyiv non può e non deve tradursi, come è sempre stato chiaro, in un ingresso diretto dell'Ue in guerra con la Russia. L'Ue deve avere una sua autonomia strategica e lo sforzo deve essere tutto orientato a sostenere la conferenza di pace in Svizzera di metà giugno, non a creare ulteriori escalation". Della stessa idea è anche il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte: "Obiettivo prioritario sarà portare la pace in Ucraina e nel Medio Oriente. Le parole di oggi del segretario generale della Nato segnalano un'ulteriore escalation militare. Siamo sull'orlo della terza guerra mondiale. Noi diremo no. Basta con questa strategia sulla pelle degli italiani".