Sergio Mattarella a Piazza della Loggia a Brescia - foto Ansa

1974 - 2024

Mattarella per l'anniversario della strage di Piazza della Loggia: "Il terrorismo nero colpiva la democrazia"

Redazione

Il capo di stato si è recato a Brescia per commemorare le otto vittime e i 104 feriti della strage nazifascista avvenuta cinquant'anni fa: "L'obiettivo di quel turpe attentato era, inoltre, un messaggio e un tentativo di destabilizzazione contro la Repubblica Italiana e le sue istituzioni democratiche".

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella questa mattina si è recato a Brescia in occasione del 50esimo anniversario della strage di Piazza della Loggia, l'attentato terroristico di matrice nazifascista avvenuto il 28 maggio del 1974 nel quale sono morte otto persone e ne sono state ferite 104. Al suo arrivo, il capo di stato ha depositato una corona di fiori davanti alla stele commemorativa della strage. La celebrazione del ricordo delle vittime si è poi spostata nel Teatro Grande della città, dove Mattarella ha incontrato i familiari ed è intervenuto con il suo consueto discorso: "Il terrorismo nero colpiva la democrazia. Oggi la Repubblica italiana è Brescia, è piazza della Loggia, è questo teatro, con la presenza e il coinvolgimento di tante persone", ha detto.
 

"Tra loro giovani e giovanissimi, con la volontà di prendere parte a questa commemorazione, di rendere testimonianza e di stringersi attorno alla città, che avverte tuttora il trauma e la ferita di quel tragico, barbaro atto di terrorismo. Le immagini che abbiamo appena visto – ha aggiunto il presidente, commentando il filmato rievocativo della strage che ha aperto la celebrazione al Teatro Grande – ci hanno ricondotto a quei momenti oscuri e tristi, ci hanno fatto rivivere lo sbigottimento, il dolore, il terrore che attraversarono l'intera Italia per quella strage. Il boato dell'esplosione, il fumo, il sangue, le sirene delle ambulanze, la concitazione dei primi soccorsi, le urla e il pianto dei feriti, il lutto e la sofferenza indicibile dei familiari. Uno scenario raccapricciante e perenne per chi, ed erano molti, ne fu diretto spettatore".
 

"Quante vite interrotte da quel gesto infame!", ha esclamato Mattarella. "Quanti sogni, quanti progetti per il futuro sottratto, quante speranze, quanti legami di affetti spezzati. Con quella bomba ad alto potenziale, proditoriamente collocata in un cestino sotto i portici, Brescia fu colpita al cuore. Colpita nella sua bella piazza, centro pulsante della vita cittadina, durante una mattinata di impegno civico in cui un popolo senz'armi era sceso in strada accanto alle forze sociali e politiche per ribadire un forte no alla violenza e alla paura. L'intento immediato degli attentatori era chiaro: punire e terrorizzare chi manifestava contro il neofascismo e in favore della democrazia. L'obiettivo di quel turpe attentato era, inoltre, un messaggio e un tentativo di destabilizzazione contro la Repubblica Italiana e le sue istituzioni democratiche. Con quella bomba si volevano fermare le conquiste sociali e politiche".
 

Il presidente si è concentrato anche sulle altre stragi degli anni di piombo: "La stessa matrice eversiva, lo stesso disegno criminale, fu dietro a chi aveva piazzato ordigni o lanciato bombe a Piazza Fontana, a Milano, nel 1969, a Gioia Tauro nel luglio del 1970, a Peteano, nel 1972, alla Questura di Milano nel 1973. E che, dopo la strage di Brescia, continuò a praticare quella strategia della tensione, provocando nuovi spaventosi spargimenti di sangue innocente sul treno Italicus, a pochi mesi dalla strage di Piazza della Loggia, poi a Bologna nel 1980, la più grande strage del terrorismo neofascista, e ancora, nel 1984, di nuovo a San Benedetto Val di Sambro. Una sequenza impressionate di eventi sanguinosi, legati dall'unico filo dell'eversione nera e tutte caratterizzate da una difficile ricerca della verità storica e giudiziaria, ostacolata da inaccettabili depistaggi, errori e inefficienze. Ma il desiderio di verità e giustizia non si è fermato".
 

"Gli ideatori, gli esecutori, i complici di quella strage volevano riportare il tempo indietro: a una stagione oscura, segnata dall'arbitrio della violenza, dalla sopraffazione, sfociata nella guerra", ha continuato il capo di stato, aggiungendo: "Mentre, in quello stesso anno, i popoli di Portogallo e di Grecia si liberavano finalmente dell'oppressivo fardello dei regimi autoritari, in Italia vi era chi tramava e complottava per instaurarvi un nuovo regime autoritario. Le diverse sentenze che hanno riguardato la strage di Piazza della Loggia hanno complessivamente chiarito il quadro, delineando con precisione responsabilità, dinamiche e complicità. Di recente, si è aperto un nuovo filone di inchiesta, dal quale potrebbero emergere nuovi tasselli. Attendiamo con paziente fiducia perché la verità è un pilastro della democrazia".
 

Il presidente si è poi ricollegato all'attualità: "Anche oggi, per via di un quadro internazionale caratterizzato da guerra e violenza, respiriamo un'atmosfera di tensione. Pur nei suoi contorni incerti e frammentati si intravede, nel mondo, il disegno di minare i valori di libertà e democrazia che rappresentano l'unica base solida della pace e della convivenza internazionale, alimentando tensioni, esasperando i conflitti, cercando di alimentare, attraverso la diffusione di notizie false e allarmanti, la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche".