L'intervista

Parla Borghi (Lega): "L'Ucraina si accontenti del pareggio con Putin. Troppi ingrati con Salvini"

Carmelo Caruso

"Macron e Stoltenberg bombaroli, Vannacci dopo le parole del Papa è un lord. Dopo Salvini non vedo alternative. Giorgetti è dal paleolitico che non vuole fare il frontman". Intervista al senatore euroscettico

Claudio Borghi, senatore della Lega, chi sono i “bombaroli”? “Quei leader che stanno comodi negli uffici, che sottovalutano l’escalation, quelli che si fanno portare il caffè dalle segretarie e sganciano missili”. Sono Stoltenberg, Macron, Borrell? “Esatto. I tre nominati sono i primi in classifica”. Sta dunque dicendo  che vuole la resa dell’Ucraina, è questo che vuole? “Se combatti con chi è nettamente più forte di te, e sei riuscito a pareggiare, io credo che bisogna accontentarsi del pareggio”.


Senatore Borghi, le rifacciamo la domanda,  l’Ucraina deve quindi arrendersi? “L’Ucraina con qualche rinuncia potrebbe ottenere oggi condizioni migliori rispetto a quelle che può ottenere in futuro”. Pensa davvero che la Russia si fermerà dopo l’Ucraina? Lo pensa? “La Russia non può annettere le nazioni vicine come ciliegie. Poteva accadere durante la Seconda guerra mondiale, con una guerra lampo, ma non oggi. Questo rischio oggi non c’è”. Lo sa che  Stoltenberg non ha mai detto di attaccare la Russia con le armi? Perché continuate a ripeterlo? Lei l’ha letta l’intervista del segretario Nato all’Economist? “L’ho letta”. Dice una cosa diversa, dice che saranno le nazioni singole a stabilire con Ucraina se usarle a scopo difensivo. Lo riconosce? “Io leggo sempre le fonti”. L’Ucraina non dovrebbe difendersi se la Russia spara? “Attenzione, si dice a scopo difensivo ma in realtà sono sempre passettini in più che non fermano il conflitto. E’ con questi passettini che siamo arrivati al nono pacchetto di invio armi e non alla pace”.

Perché si è candidato in Europa? “Perché lo slogan della Lega è il mio, Meno Europa, più Italia”. Lascerà il Senato? “Se avrò l’onore e si riuscirà a cambiare maggioranza europea, lo farò sicuramente”. Ha sentito papa Francesco sulla “frociaggine”? Immagino che per lei, il generale Vannacci, dopo questa frase, sia un gentiluomo. Mi sbaglio? “Direi proprio di sì, è un lord”. E’ stato il primo leghista a dare il  “benvenuto” a Vannacci. Cosa ne pensa di Giorgetti, Fedriga, Zaia, Attilio Fontana che hanno fatto sapere di non votarlo? “Mi sembra di vedere quello che è accaduto a me. La prima volta che sono stato candidato con la Lega andai a Treviso per il mio ‘no euro tour’ e Zaia non era soddisfatto. Voglio ricordare che con quelle idee la Lega è arrivata al trenta per cento. E’ sempre miope non aprirsi a pensatori indipendenti come Vannacci”. Dunque lei è d’accordo con le classi separate per disabili? “E’ una montatura”. Una montatura? Ma se lo ha detto? “Vannacci non dice questo”.

Quanto farà la Lega alle europee? “Mi auguro il risultato delle politiche. Importante è invertire un declino che da troppo tempo registravamo”. Nella Lega esistono gli ingrati per Salvini? “Esistono. Sono quelli che si accodano quando le cose vanno bene salvo poi, quando vanno male, criticare. A Siena li chiamiamo i ‘diciasettini’. Sono i senesi che tifano tutte le contrade, che in verità non stanno con nessuno”. Non crede invece che qualora dovesse andare male, Salvini debba lasciare? “Un partito non è una monarchia, se il partito va male si riflette, ma se il partito va male non basta solo criticare. Serve proporre un’alternativa e io non vedo alternative”. Zaia non è un’alternativa? “Non ha mostrato interesse per fare il leader”. Fedriga? “E’ stato rieletto da poco”. Giorgetti? “E’ dal Paleolitico che evita di fare il frontman. Per fare il segretario serve dedizione”.

Ha proposto di togliere la bandiera europea dagli edifici pubblici e Antonio Tajani le ha dato dell’ignorante. Caro Borghi, lei è un ignorante? “Rispondo al caro Tajani che quella legge che impone la bandiera europea è una legge di Prodi. Dovrebbe ricordarsi degli insegnamenti di Silvio Berlusconi. Il Cav., le  leggi di Prodi prima le cancellava e poi ci pensava”.

Senatore, la destra che dice di non mettere le mani in tasca ripristina, e poi cancella, il redditometro. Cosa dovrebbero pensare i tanti fan di Borghi? “Non mi nascondo. Il redditometro è stato un grave errore che deriva da un difetto di comunicazione e coordinamento. Quando si ha un incarico, sbagliando, si crede che si decida da soli. Io sono della filosofia che le riunioni salvano la vita”. Il suo amico Giorgetti è diventato un tecnico? “O si mettono in gioco tutte le regole, e non è la sua impostazione,  oppure si fa buon viso a cattivo gioco”. Lei ovviamente è diverso. Corretto? “Lo sono. Io non potrei fare il ministro dell’Economia con queste regole. Certo, poi ho visto Giovanni Tria e mi sono detto che il ministro posso farlo pure io. Scherzi a parte, lo posso fare con le mie regole, non con quelle a cui si attiene Giorgetti”.

Lo sa che Meloni, probabilmente, in Europa, rifarà l’accordo con popolari e socialisti, non sarebbe un tradimento? “Se fa l’accordo con i socialisti sarebbe un tradimento, ma…”. Ma? “Ma Meloni non commette questi errori. Basti pensare al Mes. Meloni non fa sciocchezze. Non fa mai bene mettersi con i governoni, basta il nostro esempio”. Non ci dica che vuole uscire dalla Nato, o sì? “Fino a quando non abbiamo un esercito in piedi, no, non si esce, ma la Nato deve essere un’alleanza difensiva e non offensiva”. E Stoltenberg? “Deve fare il ripasso”. Con il prof. Borghi? “Con Borghi”.
 

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio