Editoriali
I passi indietro del governo su Kyiv
Cosa non torna degli argomenti da azzeccagarbugli sulla difesa ucraina. Sembra che l’appoggio senza riserve a Kyiv crei imbarazzo, in Italia, non solo all’opposizione ma anche alla maggioranza
C’è qualcosa di poco convincente nell’atteggiamento neghittoso assunto improvvisamente dal governo italiano sulla questione della possibilità che l’Ucraina possa utilizzare gli armamenti forniti dagli alleati per colpire obiettivi militari sul territorio russo. E’ chiaro che, senza questa possibilità, la difesa ucraina si trova in una condizione di svantaggio: mentre l’aggressore russo può colpire i gangli vitali della difesa e delle infrastrutture ucraine debilitandole pesantemente, la Russia può organizzare le retrovie dell’offensiva senza problemi.
E’ a questa asimmetria che si riferiva Jens Stoltenberg, segretario della Nato, quando ha sottoposto il problema agli stati membri, è su questo dato obiettivo che sono arrivate risposte positiva dalla Gran Bretagna, dalla Francia, dalla Germania e dalla Polonia e soprattutto dagli Stai Uniti. In Italia invece si tergiversa. I ruolo di presidenza del G7 dovrebbe imporre una sintonia più conseguente con gli alleati. Invece ci si rifugia dietro argomenti da azzeccagarbugli: in primo luogo si sottolinea che gli armamenti forniti dall’Italia all’Ucraina non sono offensivi (qualunque cosa possa significare questa espressione) e quindi il problema non ci riguarda, il ministro degli Esteri Antonio Tajani è arrivato a insinuare che autorizza l’uso degli armamenti italiani in Russia sarebbe incostituzionale. Il punto non è se le armi fornite dall’Italia siano meno utilizzabili sul territorio russo, è se si considera il diritto all’autodifesa dell’Ucraina un principio fondamentale da sostenere in tutte le occasioni.
Sembra che l’appoggio senza riserve alla difesa dell’Ucraina dall’aggressione crei imbarazzo, in Italia, non solo all’opposizione ma anche alla maggioranza di governo. Non è chiaro se queste incertezza nascano da qualche calcolo elettorale o da problemi interni alla coalizione: quel che è certo è che in questo modo, se non si corregge rapidamente l’impressione di una politica confusa e inconcludente, si rischia di debilitare la funzione internazionale dell’Italia e il rispetto degli alleati.