(foto Ansa)

l'intervento

La retromarcia di Salvini su Mattarella e il 2 giugno: "Nessuna polemica. Ha il rispetto mio e della Lega"

Redazione

Il vicepremier e segretario della Lega minimizza le accuse dei suoi al capo dello stato, per cui il senatore Borghi aveva chiesto le dimissioni. E smentisce un contatto telefonico con la premier. "Giorgetti lascia l'incarico per andare in Europa? Fantasie"

"Nessuna polemica della Lega con il presidente Mattarella, che ha il mio rispetto, e il rispetto della Lega, e che è garante della Costituzione italiana che ripudia la guerra". Matteo Salvini prova a chiudere così il caso innescato dalle dichiarazioni di ieri, 2 giugno, da parte del senatore leghista Claudio Borghi. "È la Festa della Repubblica Italiana e si consacra la sovranità della nostra nazione. Se il Presidente pensa davvero che la sovranità sia dell'Unione europea invece dell'Italia, per coerenza dovrebbe dimettersi, perché la sua funzione non avrebbe più senso", aveva detto Borghi, in risposta al discorso pronunciato dal capo dello stato il giorno prima. Una presa di posizione che era stata rafforzata dalle parole dello stesso Salvini, che intervenendo in tv aveva rimarcato: "Non è la festa della sovranità europea". 

"Oggi Salvini cerca di attaccarsi sugli specchi, non ha preso le distanze e ieri ha rincarato la dose. È stato ed è grave la mancata presa di posizione della Meloni mentre un pezzo della sua maggioranza sferra un attacco così forte alla presidenza della Repubblica", è stato il commento sulla vicenda della segretaria del Pd Elly Schlein.

Salvini nel corso della trasmissione Agorà è intervenuto anche su un retroscena pubblicato questa mattina da alcuni giornali. "Io chiamato da Giorgia Meloni dopo il tweet di Borghi contro Sergio Mattarella? Assolutamente no e metto a disposizione il mio telefonino", ha risposto il leader del Carroccio. "Con Giorgia ci sentiamo spesso, non per parlare di polemiche ma per costruire. Io mi occupo di temi concreti e non di chi sogna divisioni", ha aggiunto Salvini. Che ha anche attaccato il presidente francese Emmanuel Macron, definendolo un "bombarolo". E specificando che per la presidenza della Commissione europea "non voteremo mai Von Der Leyen né Mario Draghi". 

Un altro dei temi affrontati da Salvini è stata l'ipotesi che il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti lasci il suo incarico per andare a lavorare alla Commissione europea. "Giorgetti pensa a dimettersi? Fantasie. Il problema di certa stampa italiana è che sovrappone i propri desideri alla realtà. Giorgetti sta difendendo i risparmi degli italiani", ha chiuso la questione il vicepremier.

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