La diretta

Dall'ultimo Cdm prima del voto, via libera al "decretino" sulla sanità. Di cosa si tratta

Redazione

Esami nel weekend e cup unico, monitoraggio e ispettorato. Il governo ha approvato un decreto spot a costo (quasi) zero, poi sette articoli nel decreto legge per limitare le liste d'attesa. Ma c'è da aspettare il dopo-Europee

La Sanità pubblica arriva sul tavolo del governo e il tema sono le liste d'attesa. Ma nel Consiglio dei ministri convocato che si è concluso poco fa a Palazzo Chigi, l'ultimo prima del voto alle Europee, sono state approvate solo le misure che non necessitano di risorse economiche. Dopo un vertice convocato con le regioni, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha presentato il suo piano per accorciare i tempi di attesa per visite ospedaliere e ambulatoriali, uno dei punti deboli del nostro sistema sanitario nazionale. Nel Cdm di oggi sarebbe dovuto esserci un unico decreto con la riforma, ma la mancanza di fondi ha diviso in due il provvedimento. "Abbiamo approvato delle misure non più rimandabili. Se un paziente deve fare una risonanza la potrà fare entro 72 ore, tutto grazie al sistema sanitario nazionale", ha detto il ministro nella conferenza stampa dopo il voto".
 

Oggi il governo ha approvato un primo decreto "più leggero" (cioè che non ha bisogno di risorse economiche), dalla copertura minimalista: fra i 300 e i 400 milioni di euro. Quanto basta per lanciare la piattaforma che monitori le tempistiche a livello nazionale delle visite. Norme quadro di carattere organizzativo o dal retrogusto abbastanza simbolico. Tipo il via libera alle visite negli ospedali anche il sabato e la domenica. Sarà previsto anche un minimo allentamento dei tetti per la spesa. Per una vera riforma bisognerà aspettare il disegno di legge, che sarà inviato alle Camere dopo le elezioni di questo week end.
 

I due provvedimenti approvati oggi dal Consiglio dei ministri "sono frutto di un lavoro che ci ha visto confrontarci con regioni, ordini professionali e associazioni dei cittadini" ha affermato sempre Schillaci. "Con il decreto legge e il disegno di legge approvati oggi dal Consiglio dei ministri andiamo incontro a quello che uno dei problemi più lamentati dei cittadini rispetto al sistema sanitario, ovvero le liste di attesa". 

Che cosa contiene il "decretino" sulla sanità

La strategia del governo quindi si sdoppia. Il decreto approvato dal Cdm di oggi si compone di sette articoli. In primo luogo saranno istituite due diverse piattaforme di controllo per i tempi delle liste di attesa. La prima, che si appoggerà ad Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) ha il compito di monitorare attraverso dati reali i tempi delle erogazioni delle prestazioni sanitarie, in modo tale da avere dei veri e propri dati sulle tempistiche. Parallelamente, la seconda piattaforma di controllo ha il compito di verificare il corretto funzionamento del sistema di gestione delle liste di attesa e dei piani operativi per il recupero delle liste.
 

Il governo poi vuole introdurre un unico Cup nazionale o, in alternativa, infraregionale con le prestazioni disponibili del pubblico e del privato convenzionato in modo tale che se le prestazioni non vengono erogate nei tempi previsti dalle vigenti classi di priorità, le aziende garantiscono al cittadino la prestazione in "intramoenia" o attraverso il privato accreditato.
 

È stato introdotto anche un prolungamento della fascia oraria per visite ed esami, permettendo lo svolgimento di esami diagnostici anche il sabato e la domenica. E grazie alle nuove tecnologie, è prevista l'istituzione di una infrastruttura nazionale di intelligenza artificiale "che eroga servizi di supporto per la gestione delle liste di attesa sia ai cittadini per l’accesso ai servizi sanitari, sia ai professionisti sanitari per la presa in carico della popolazione assistita; sia ai medici nella pratica clinica quotidiana con suggerimenti non vincolanti; sia alle strutture sanitarie per la gestione e organizzazione ottimale delle prenotazioni e delle agende in relazione ai fabbisogni".
 

Al vaglio, invece, del ministero dell'Economia ci sono altre misure quali il tetto di spesa per le assunzioni che sale al 15 per cento e l'aumento per gli anni 2025 e 2026 della quota del fondo sanitario nazionale che le regioni possono usare per l'acquisto di prestazioni da privato convenzionato rispetto a quanto già previsto dalla legge di bilancio 2024.
 

Parallelamente alle novità in questione, sotto la lente del Mef ci sono anche tutte quelle misure che in precedenza erano previste per il decreto che sarà approvato in tarda mattinata ma che per scarsità di risorse saranno allocate all'interno di un disegno di legge. Il giornali in questi giorni hanno parlato di un ddl "più ragionato" che passerà alle due Camere e che al suo interno conterrà misure più sostanziali e che toccano il portafoglio di stato. Inoltre, si parla di un aumento della tariffa oraria del personale medico del 20 per cento per le prestazioni aggiuntive con tassazione al 15 per cento,  100 milioni di fondi per aumentare a 100 euro l’ora la tariffa oraria degli specialisti ambulatoriali interni per il recupero delle liste d’attesa e di incarichi libero professionali per gli specializzandi fino a 10 ore settimanali (non più 8). Tre ultime disposizioni del decreto, poi, riguardano il potenziamento della tutela della salute mentale e l'istituzione di una scuola di alta formazione medica.