C'è del marcio nella Bossi-Fini

Redazione

La criminalità ha messo le mani sul decreto Flussi perché la legge lo permette

Giorgia Meloni ha riconosciuto che il sistema basato sul decreto Flussi è fallito, e già questa è di per sé una notizia, perché l’ammissione arriva dal capo del governo che fino a poco tempo fa predicava misure massimaliste come il blocco navale. Ma andando oltre gli altisonanti titoli comparsi ieri su alcuni giornali –  “La legge Bossi-Fini deve cambiare”, era il virgolettato erroneamente accostato alla premier dal Corriere della Sera – si scopre che le contromisure che il governo ha in serbo per sanare le storture del sistema di ingresso dei migranti sono ancora troppo conservatrici.

 

Partiamo dal fatto di giornata: il governo ha scoperto che esiste uno scarto eccessivo tra il numero di ingressi in Italia per motivi di lavoro e i contratti che vengono poi effettivamente stipulati e ipotizza lo zampino della criminalità. Tuttavia, Meloni ha ribadito che la Bossi-Fini, per ora, non si tocca: “Modificheremo i tratti operativi che hanno portato a queste storture, e lo faremo nel rispetto del principio che ispirò la legge Bossi-Fini”, ha detto ieri in Cdm. Al governo va dato atto di avere aumentato la quota dei beneficiari del decreto a 450 mila unità, ma ciò non implica in sé aumentare gli ingressi regolari se si delega la concessione di un permesso di soggiorno al privato datore di lavoro che ha spesso tutto l’interesse a sfruttare il dipendente in nero. I dati di Ero Straniero, condivisi in toto ieri dal governo, dicono che meno del 30 per cento di chi entra in Italia si regolarizza.

 

“Il sistema è farraginoso e favorisce le storture”, commenta al Foglio Fabrizio Coresi di ActionAid. E così Meloni ha fatto ricorso alla Direzione nazionale antimafia per denunciare gli abusi. La premier punta il dito contro la Campania, dove parla di dati “sproporzionati” per l’ottenimento del nulla osta al lavoro. Il problema è che il sistema è fallito ovunque, non solo in Campania, dove i numeri delle irregolarità sono maggiori semplicemente perché le domande erano superiori che altrove. E’ quindi l’idea di fondo a essere “fallita” e per andare oltre gli annunci, Meloni deve passare a uno step successivo: permettere a chi non è più regolare di sanare la sua posizione. In una parola, superare la Bossi-Fini, ma per davvero.