Editoriali
Il surreale attacco alla Meloni ecologista, dall'opposizione e dalla stampa
Ora il centrosinistra (e i giornali che lo supportano) accusa il governo di incentivare le fonti rinnovabili: mercoledì la Commissione europea ha dato il via libera al nuovo regime di incentivazione per le fonti green, il cosiddetto decreto Fer 2, approvato dal governo Draghi
Chi ha bisogno di amici, con nemici così? Mercoledì la Commissione europea ha dato il via libera al nuovo regime di incentivazione per le fonti rinnovabili, il cosiddetto decreto Fer 2, che intende supportare la produzione di energia rinnovabile da tecnologie innovative. Il decreto, la cui attuazione spetta al governo Meloni, risale in realtà al 2021, quando al ministero della Transizione ecologica c’era Roberto Cingolani e a Palazzo Chigi Mario Draghi. Durante questi anni, l’opposizione e i giornali a essa vicini hanno costantemente martellato l’esecutivo per la sua apparente insensibilità ai temi ambientali. E ora che finalmente porta a casa un risultato indispensabile per raggiungere gli obiettivi europei entro il 2030 e chiesto a gran voce dagli operatori, che succede? Non solo le opposizioni, ma addirittura la stampa attacca a testa bassa un decreto che (come è ovvio) comporta un esborso di denaro. Ecco come la Stampa ha dato la notizia: “Stangata in bolletta. L’Ue approva un piano del governo da 35,3 miliardi a carico degli utenti. Con un sovrapprezzo in fattura verrà finanziata la costruzione di nuove centrali solari ed eoliche. La protesta delle opposizioni: così tassano i cittadini”. Repubblica addirittura accusa la premier di essere una cripto-ecologista: “Guerra al Green Deal solo nei comizi. Meloni ambientalista e non lo dice. Il governo nelle piazze si è opposto alle politiche verdi. In realtà ha quasi sempre detto sì ai provvedimenti proposti dalla Commissione Ue per azzerare le emissioni”. Il ministro Gilberto Pichetto Fratin – intervistato dalla Stampa – ha dovuto spiegare che i 35,2 miliardi sono un costo massimo e comunque vanno spalmati su venti anni. Dopo di che, è curioso il “contrordine compagni!” lanciato dai partiti e dalla stampa di sinistra: altro che negazionista, il centrodestra va attaccato perché troppo ecologista. E perché – scoprono finalmente la Stampa e Rep., il Pd e il M5s – la transizione non è conveniente, non è gratis, ma ha un costo, che dovranno pagare i contribuenti o i consumatori. Buongiorno buongiornissimo!