I risultati
Salis, Vannacci e gli altri: chi è stato eletto a Bruxelles e chi no
Meloni è l'unico capo di governo in carica nei principali paesi europei premiato dalle urne. Tra i dem vanno bene Bonaccini e benissimo Decaro. Flop dell'ex direttore di Avvenire Tarquinio. La militante candidata da Avs, detenuta in Ungheria, potrebbe essere liberata a settimane. Escluso il fronte "terzopolista"
Elezioni europee concluse, Bruxelles è adesso pronta a ospitare i nuovi eletti. Ma chi esce vincitore da questa tornata elettorale che, per la prima volta nella storia, ha registrato un calo negativo di affluenza (49,6 per cento, meno di un italiano su due)?
Fratelli d'Italia è stato il partito più votato, con circa il 28 per cento di preferenze raccolte, una percentuale decisamente più alta rispetto a quella ottenuta alle politiche del settembre di due anni fa, dove però l'affluenza fu decisamente più alta (64 per cento). La premier Giorgia Meloni ha ottenuto circa due milioni di voti, confermandosi unico capo di governo in carica nei principali paesi europei a essere stato premiato dalle urne: exploit, per lei, nel Nordovest, dove raccoglie oltre 590mila voti.
Immediatamente dietro, il Partito democratico di Elly Schlein, che nei mesi scorsi aveva dovuto fronteggiare schermaglie interne alle correnti interne al partito per quanto riguarda la questione della personalizzazione del voto. I dem strappano un buon 24,1 per cento (quasi un milione di schede), e la segretaria porta a casa oltre 200 mila preferenze, benché candidata unicamente al Centro (dove ha comunque preso 120 mila voti) e nelle Isole.
Restando tra le fila dell'opposizione, buoni piazzamenti anche per Stefano Bonaccini e ancor di più per Antonio Decaro: il primo ha preso 375 mila voti nel Nordest, mentre il sindaco uscente di Bari - che ha dovuto gestire la bagarre del suo comune in questi mesi - nella circoscrizione meridionale ha ottenuto quasi 500 mila preferenze. Male, invece, Marco Tarquinio, verso cui solamente 25 mila elettori hanno deciso di riporre la propria fiducia. L'ex direttore di Avvenire rischia di non andare a Strasburgo, pagando probabilmente alcune dichiarazioni politiche - quelle su Nato e Ucraina su tutte - che avevano fatto storcere il naso ai vertici di partito. E che, parrebbe, non sono andate giù nemmeno agli elettori.
Sempre per il Pd, all'Europarlamento andrà l'ex Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, candidato al Centro, con quasi 80mila preferenze. Risultati non proprio eccellenti, se confrontati con quelli degli altri due sindaci candidati - nella medesima circoscrizione - Matteo Ricci e Dario Nardella. Il primo cittadino di Firenze ha ottenuto circa 100 mila voti, mentre il sindaco di Pesaro 51 mila, proporzionalmente tanti se confrontati con il numero complessivo di cittadini che abitano la provincia marchigiana.
In casa Avs (6,6 per cento), Ilaria Salis - candidata nel Nordovest e nelle Isole - è stata eletta con 113 mila voti nel primo collegio e 50 mila nel secondo. E' dunque prima in entrambe le circoscrizioni in cui era candidata. I riflettori erano tutti puntati su di lei perché agli arresti domiciliari in Ungheria. Salis potrebbe essere liberata già nelle prossime settimane, non appena il parlamento europeo la proclamerà eletta. Il Parlamento Europeo "non commenta casi singoli. Al di là delle disposizioni generali stabilite dalla legge elettorale", l'immunità dei deputati europei "è principalmente definita dalle leggi elettorali nazionali. Vi invito a rivolgervi alle autorità italiane. In base alle disposizioni vigenti, un candidato eletto eurodeputato beneficia delle immunità previste dall'articolo 9.2 del protocollo sui privilegi e sulle immunità, ma non commentiamo casi singoli", dice la vice portavoce capo del Parlamento Europeo Delphine Colard. Budapest assumerà la presidenza di turno del Consiglio Ue a partire dal primo luglio 2024. "Il governo italiano notificherà alle autorità ungheresi l'elezione di Salis al parlamento europeo non appena ci saranno i risultati definitivi e la proclamazione", ha detto il ministriod egli Esteri Tajani.
Meno bene, invece, il Movimento 5 Stelle con il 9,9 per cento. Una percentuale parecchio più bassa rispetto al 16 per cento a cui era dato due settimane fa il partito di Conte, che era stato uno dei pochi leader a scegliere di non candidarsi, assieme al collega Matteo Salvini. Il leader della Lega viene ripagato dalla scelta di candidare il generale Vannacci: a sceglierlo è stato soprattutto il Nordovoest, dove ha preso quasi 180mila voti, e 140mila nel Nordest. Più basso il riscontro per lui al Centro (meno di 95 mila voti), al Sud (70 mila) e nelle Isole (34 mila). La Lega quindi strappa un buon 9,2 per cento, ponendosi però dietro Forza Italia di Antonio Tajani, che raggiunge il 9,7. Tra chi non siederà a Bruxelles, invece, perché sotto la soglia del 4 per cento, il fronte liberale: Stati Uniti d’Europa si è fermata al 3,7 per cento, mentre Azione di Carlo Calenda al 3,3 per cento. Flop complessivo, quindi dell'area riformista: Matteo Renzi ha preso meno di 190mila preferenze nelle quattro circoscrizioni in cui si era presentato, Emma Bonino, che era capolista nel Nordovest e seconda al Centro, ne ha ottenuti solo 60mila.
Non eleggono parlamentari europei neppure le liste “Pace Terrà e Dignità” del giornalista Michele Santoro (2,2 per cento) e la “Libertà”, guidata da Cateno De Luca (1,2 per cento).