Il ministro Francesco Lollobrigida - foto ansa

"L'odio la penna e la matita"

Lollobrigida sulle dimissioni di Signorelli: "Attraverso lui si voleva colpire il governo"

Redazione

Il ministro dell'Agricoltura difende il suo ex capo ufficio stampa dopo le dimissioni anticipate al Foglio: "Con grande rispetto di chi si è sentito colpito dalle sue dichiarazioni, ma molto meno di chi le ha strumentalizzate, noi andiamo avanti. Perdo un collaboratore prezioso"

"Paolo si è dimesso, per non alimentare ulteriormente il tritacarne nel quale era finito. Persino nelle chat della scuola dei suoi figli (si è tolto, ndr), perché ha chiaro che attraverso lui si voleva colpire il governo, perché la serenità della sua famiglia non è sacrificabile". Lo scrive il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida su Facebook, in un post molto lungo che punta a difendere pubblicamente il suo ex capo ufficio stampa Paolo Signorelli. Qualche giorno fa il giornalista è finito al centro della bufera per alcune chat pubblicate sui giornali dove spuntavano insulti antisemiti. Signorelli si è prima autosospeso, mentre oggi, al Foglio, ha annunciato le dimissioni.

 

 

"Paolo Signorelli, per come l’ho conosciuto, è un padre di famiglia che ama sua moglie e i suoi piccoli. È incensurato e ha due lauree. Lavora con dedizione e professionalità. Mai l’ho sentito, in questi mesi, dire una cosa fuori dalle righe", ha scritto Lollobrigida nel post dal titolo "L’odio, la penna e la matita". "Certamente le cose che ho letto nelle chat sono ingiustificabili ma – aggiunge il ministro – il contesto nelle quali sono state dette è molto più complesso di come è stato raccontato. Si tratta, comunque del suo passato che appare, a chi conosce il Paolo di oggi, molto più lontano dei soli anni che lo separano da quanto riportato dal quotidiano il giorno della chiusura della campagna elettorale. Ci si può trovare in situazioni terribili senza saperlo e volerlo per il contesto in cui sei cresciuto o lavori. Specie se un altro Paolo Signorelli è tuo nonno, cosa che non potevi di certo scegliere… L'importante però dovrebbe essere non aver commesso crimini e aver avuto il coraggio di voltare pagina. Ma non è sempre così".

 

 

Il ministro parla poi della stampa: "Un giornale ha pubblicato intercettazioni che non hanno alcuna rilevanza penale se non, eventualmente, per chi le ha diffuse. Come ha ben scritto anche L’Unità". E aggiunge: "Il quotidiano di De Benedetti, invece, ha raccontato un’altra persona rispetto a un giovane giornalista che da anni non salta una domenica in chiesa, va regolarmente in pellegrinaggio a Medjugorje, aiuta chiunque sia in difficoltà".
 

Lollobrigida sottolinea che "è stato un ottimo capoufficio stampa e mancherà molto ai suoi attuali colleghi. Ringrazio quanti hanno avuto la lucidità di non farsi strumentalizzare da chi li tirava per la giacchetta tra una manifestazione e l'altra di odio contro Israele.
 

"Tutti sanno bene che gli antisemiti devono stare lontano da Fratelli d’Italia", ha aggiunto Lollobrigida, spiegando: "O da giornalisti di Lotta Continua che ci hanno definito 'un popolo di maiali'. Chissà se fosse esistito WhatsApp negli anni Settanta che cosa avrebbero trovato nelle loro chat private a corredo dell’odio che caratterizzava i loro scritti pubblici. O dalle trasmissioni che ospitano i nostalgici delle Brigate rosse che hanno ucciso Moro", ha attaccato.
 

"Con grande rispetto di chi si è sentito colpito dalle dichiarazioni in chat private di Signorelli ma molto meno di chi le ha strumentalizzate direi, dal dato elettorale, che queste aggressioni giornalistiche non portano al risultato sperato da chi le progetta. Ho sempre scelto gli uffici stampa senza guardare all’appartenenza politica, come potrebbe testimoniare Vincenzo Bisbiglia redattore de 'Il Fatto' che lavorò due anni per me. Oggi perdo un collaboratore prezioso. Con la serenità di sempre andiamo avanti", ha concluso Lollobrigida.